In The Box 08/07/2019 19:01

L'anno serio

img

LR24 (MIRKO BUSSI) - Comincia oggi l’anno zero. Di nuovo. Ci risiamo. Eterni ripetenti. L’ha detto Petrachi, e come dargli torto, se non fosse almeno il terzo annuncio di rivoluzione da 8 anni a questa parte. Il primo, inevitabile, avvenne nel 2011, vi affluirono persone da ogni dove pronte a seguire la rivoluzione culturale, disposti a sacrificare il fine ultimo, il risultato, in nome dell’idea. Poi venne il 2013 e le barbarie inenarrabili di fine maggio resero Roma un posto vietato ai minori: per una missione così ardua servono gli uomini (“scelgo prima gli uomini dei calciatori”…anche tu?), mani grandi e laboriose, musi segnati dagli eventi. Ed eccoci nuovamente. Siamo all’anno zero.

Che sia un anno serio, più che l’anno zero. Un anno in cui ognuno ottemperi ai propri obblighi: presidente, amministratore delegato, direttore sportivo, quindi allenatore e calciatori. Banalmente. Un anno serio è in cui le cose si fanno, non capitano addosso. Ad ognuno il suo fardello e lo porti a compimento. E se ciò non avverrà sarà per mancanze proprie, per errori. Non per altro. Un anno serio è quando non si cercano scuse o spiriti maligni a cui addossare i propri fallimenti.

Un anno serio è dove si annuncia la rivoluzione quando questa è già avvenuta. Un anno serio in cui non si perda 7-1. Un anno serio in cui nessuno si alzi al di sopra della Roma. E questo perché la Roma sia alta, grossa, persino minacciosa, e non perché tutti, utopicamente, stiano al proprio banco e alzino la mano per parlare. Un anno serio in cui non si parli di “problemi mentali”. Un anno serio in cui non sembri tutto dannatamente di passaggio e, di conseguenza, ognuno possa strappare un pezzo di Roma per i propri fabbisogni personali. Che sia un anno serio e, magari, sarà davvero l’anno zero.

In The Box - @MirkoBussi