In The Box 18/06/2019 19:32
L'aereo che non ho preso
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Sono il presidente della Roma, la Roma è uno dei miei asset, ho tanti interessi in ambito finanziario, la Roma è una delle mie aziende anomale, in quanto società di calcio. I principali dipendenti, ossia i calciatori, non timbrano il cartellino; i clienti, ossia i tifosi, pagano per vivere un’emozione, non per portarsi a casa un cellulare o un forno a microonde. Azienda anomala, la squadra di calcio di cui sono presidente.
Sono il presidente della Roma, e stanno per annientarmi. So che il killer sarà spietato ma indirettamente mi vuole concedere la grazia. Ha annunciato il giorno dell’esecuzione. A suo dire, gli ho ucciso le velleità dirigenziali, ciononostante mi vuole concedere la grazia. Comunicando giorno, ora e luogo del delitto da consumare.
Sono il presidente della Roma e ho tre giorni di tempo per salvare me e la mia azienda anomala. Ho da poco prodotto un’intervista, che si è persa fra le millanta missive e frasi spesso contraddittorie che ho inviato tramite miei canali, quelli del club, o canali di amici. Ma la mia intervista è già passato. Superata dagli eventi. L’evento che verrà. Diffuso persino dalla tv di stato. Facile immaginare il tam tam. Banale ipotizzare l’eco, gli effetti. Anche un bambino lo capirebbe. Saranno effetti devastanti. Devo fare qualcosa.
Sono il presidente della Roma e mi gioco il tutto per tutto. Il più grande prodotto della mia azienda, che ho ereditato, sta per tirare il cazzotto del kappao. Barcollo, quest’anno da lontano ho assistito ai round della mia squadra, uno peggio dell’altro. Ho tre giorni per fare qualcosa. Ne va del futuro della mia squadra, dell’immagine del club, della possibilità che io possa magari un giorno recuperare un briciolo di popolarità.
Sono il presidente della Roma e devo far chiamare in aeroporto. Devo prendere un volo per Roma. Sabato pomeriggio, domenica, lunedì mattina. Devo andare a Roma. Devo presentarmi sotto casa di Totti. Non per inginocchiarmi ai suoi piedi e chiedere di omettere le sue verità. Ma per ricucire, ammettendo, per la prima volta senza ascoltare nessuno dei miei consulenti o luogotenenti, di avere commesso errori e di essere pronto a rivedere molte delle mie posizioni, che mi hanno col tempo spinto a gestire il club per corrispondenza, delegando alcuni, relegando in angoli angusti altri. In realtà non voglio ammettere di avere sbagliato, non mi interessa farmi riabilitare da Totti, in fondo posso anche fregarmene del suo futuro; io ho Franco, lo chiamo così, per nome, e mi basta. Al limite mi inviano delle email col resoconto di giornata. Ma devo salire su quell’aereo e arrivare in tempo. In ballo c’è la Roma, la squadra di calcio, la sua immagine, la sua credibilità, il suo appeal, il suo futuro.
Chi vorrà giocare nella squadra di cui Totti, il suo emblema, ha evidenziato vizi, gelosie, inettitudini, ambiguità, incapacità di decidere, assenza di tempismo? Chi si vorrà legare a questo club sapendo che il miglior veicolo commerciale che si possa avere, ha appena raso al suolo tutto, brand compreso? Motivi buoni per prendere quell’aereo. Farò come Galliani che citofonava a Mattia Destro per convincerlo ad accettare il Milan. Galliani, un dirigente storico. Che per la ragion di stato si travestì da postino.
Sono il presidente della Roma. Quell’aereo non l’ho preso. L’esecuzione è andata in diretta quasi a reti unificate. Il dado è tratto. Posso essere in disaccordo con Totti su mille aspetti. Su una cosa ha ragione. Non ho tempismo. Perennemente distante dalla realtà. Recuperare credito è oramai impossibile. Riconquistare credibilità inconcepibile. La chance la avevo. Magari non avrebbe dato frutti. Probabilmente nessuno me l’ha suggerita, consigliata. Verosimilmente fra chi mi serve consulenza non c’è la giusta percezione di ciò che per tutti è facile prevedere.
Vedo un aereo prossimo ad atterrare a Boston. Sarebbe potuto essere quello che mi riportava a casa dopo essere stato a Roma per salvare il salvabile. Ho preferito assistere inerme all’affossamento della mia azienda anomala.
In the box - @augustociardi