In The Box 16/06/2019 20:46
La Roma è la peggior nemica della Roma
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La stagione duemiladiciotto-duemiladiciannove non finisce mai. Purtroppo. Credevamo di esserci messi alle spalle dieci mesi da incubo, iniziati con il concepimento di una squadra senza né capo né coda, proseguiti coi gol di Stepinski e di Bonifazi, con la rimonta ai confini della realtà del Cagliari, l’umiliazione subita dalla Fiorentina quando già era stato tumulato da mesi il rapporto fra Pallotta e Monchi, che però da sfiduciato dimissionario continuava ad avere potere di vita e di morte sulla squadra, e difendeva a spada tratta l’allenatore che con colpevole ritardo sarebbe stato licenziato soltanto dopo un umiliante derby e l’eliminazione per mano del Porto, in quella Champions League che il prossimo anno non verrà giocata perché, in questa stagione che non finisce mai, la Roma non è mai stata fra le prime quattro in classifica. Quando stavamo per tirare un sospiro di sollievo perché il campionato era agli sgoccioli, la bomba De Rossi. Lo straziante addio. Figlio di incomprensioni, di assenza di tempismo nel comunicare le volontà di un club che dimostra coerenza soltanto quando deve dimostrare di prendere decisioni con ritardi colossali e deleteri sulla tabella di marcia. C’è un’emergenza? Un’urgenza? È necessario un intervento? Tranquilli, la Roma se la prende comoda.
E allora, per non farci mancare niente, mentre tutti stanno pensando alla prossima stagione, la Roma si dedica agli spin-off. Le attenzioni si spostano su Totti. Come se non fosse bastata la telenovela di fine carriera. Le altre società fanno notizia per il mercato, il club giallorosso offre il romanzo da leggere sotto l’ombrellone, straziante Harmony che rende protagonista il capitano oggi dirigente che da due anni occupa non si sa quale ruolo che prevede non si sa quale competenza in chissà quale ambito. Segreto di pulcinella: come era possibile immaginare Totti nel management se il principale se non unico consulente di Pallotta si chiama Baldini? Come si può pensare che a una riunione londinese possano partecipare entrambi? Come è immaginabile pensare di affrontare la vicenda soltanto nel giugno corrente dopo tweet, lettere da Boston, assenze rumorose, vacanze prenotate, equivoci costanti? Non ci si poteva pensare prima? Fra Boston, Londra e Trigoria ci si rende conto che in questo periodo dell’anno conta molto l’immagine di un club perché il mercato è condizionato anche dall’appeal? Che la Roma già auto lesionata, la Roma che ha già incassato pesanti “no” dagli allenatori avvicinati prima di ottenere il sì di Fonseca, rischia di fare scappare calciatori da trattare perché temono di finire in una gabbia di matti? Simili considerazioni sfiorano mai le menti del proprietario, del consulente e dei dirigenti? Esiste qualcuno in grado di scrivere la parola fine per questa saga dell’orrore? Arricchita da dettagli grotteschi che si materializzano sotto forma di un direttore sportivo che non si può ufficializzare, di un ex allenatore, quello romanista fracico, che non solo venne previo pagamento di indennizzo al Sassuolo, ma si lega alla Sampdoria solo dopo aver trattato la buonuscita, da tifoso giallorosso vero, o di calciatori ancora sotto contratto che mettono like sui social ai tifosi della squadra dove stanno per andare a giocare. Una sceneggiatura simile non sarebbe stato in grado di scriverla neanche il più accanito antiromanista. Sapere che gli autori sono i tesserati della Roma stessa, causa una tristezza che lascia il segno. In compenso però stanno per tornare alla base Bruno Peres e Defrel.
In the box - @augustociardi