In The Box 09/04/2019 20:25
Chi condiziona chi?
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Da due decenni Roma si divide sul condizionamento di agenti più o meno esterni. C’è chi afferma che le sorti della squadra siano condizionate anche dall’umore della piazza. E chi replica che non esiste condizionamento, se non simile a quello riscontrabile in altre realtà. E se invece determinate notizie che emergono, più o meno casualmente, in coincidenza con risultati o eventi nefasti indirizzassero, più o meno casualmente, soltanto l’umore della piazza? Non scalfendo squadra e club nonostante la negatività abbia invaso l’animo dei tifosi?
È delle ultime settimane il nuovo filone di indagine legato al malaffare capitolino. Per quanto chi presiede l’inchiesta si sia affannato a ribadire, come lo scorso giugno, che il progetto stadio della Roma non abbia nulla a che vedere con arresti e fascicoli, qualsiasi notizia inerente la vicenda è stata maldestramente(?) riportata in modo che chiunque possa pensare che tutto nasca e muoia con l’impianto che dovrebbe vedere la luce a Tor di Valle. Hashtag e lanci di agenzia hanno piagato social e notiziari a colpi di: #StadiodellaRoma, nuovi arresti.
La squadra perde l’ennesima partita e rischia di vedere svanire qualificazione in Champions League e decine di milioni di euro? Ecco spuntare titoli Cassandra sul club che smobilita, già entro il trenta giugno. E poco importa se la famigerata scadenza quest’anno non rappresenti una scure ai fini del bilancio. Ora, quanto può condizionare nello spogliatoio un articolo sulle possibili partenze di Manolas e Under? Zero. E in chi legge? Tanto. Perché aggiunge amarezza al malanimo causato dalle sconfitte della squadra.
E quanto cambia nelle strategie legate allo stadio un titolo inesatto su un’indagine che non coinvolge la società e tantomeno l’iter del progetto stesso? Meno di zero. Ma di sicuro crea confusione nei tifosi convinti che senza impianto di proprietà non esista futuro se non quello che ti relega per il resto dei tuoi giorni alla mediocrità più atroce. Precipiti in classifica e pare che si aprano le porte dell’inferno, dove ti toglieranno i calciatori migliori e ti assegneranno d’ufficio il primo allenatore che passa per Coverciano. D’altronde se il mondo partorisse solo belle notizie non esisterebbe audience per i telegiornali. E non è una leggenda metropolitana la teoria secondo cui quando le squadre di calcio vanno male ci siano più lettori e più telespettatori. Chiedere agli editori di Madrid, dove in seguito all’eliminazione del Real per mano dell’Ajax, Marca e AS hanno venduto più copie di quando la squadra ha raggiunto l’ultima finale di Champions League. Tutto il mondo è paese e Roma non sfugge alla regola. Il condizionamento di agenti esterni è misurato dalla sensibilità. Dei calciatori, dei dirigenti, dei tifosi. Questi ultimi non sono professionisti, molto spesso risultano i più trasportabili perché ogni notizia inerente la propria squadra prima di arrivare al cervello subisce gli effetti determinati dal cuore.
In the box - @augustociardi