In The Box 03/01/2019 18:22
Che ore sono? Barella
LR24 (AUGUSTO CIARDI) Mercato diffidente e nostalgico. Gennaio o luglio che sia, molto spesso ci si ancora a vecchie abitudini che si trasformano in luoghi comuni. O ci si limita all’osservazione della superficie, meglio se la si osserva in gruppo, per non dire in gregge. Peccati di pigrizia mentale: se ho Spalletti, cercherò calciatori da quattro-due-tre-uno; se mi allena Ancelotti, di sicuro arriverà un suo vecchio discepolo del Bayern, o del Chelsea o del Paris Saint-Germain. Se c’è Di Francesco, migliorerò con Berardi o Duncan.
Appena Nainggolan svela le sue abitudini ai milanesi, a Roma ci si domanda “ma tu te lo riprenderesti Radja?”. Pur sapendo che non esiste alcuna possibilità. Neanche l’ombra. Però se ne parla. Senza motivo. Si cerca un centrocampista di rottura? Uno che ringhi sugli avversari, uno sradica palloni? Barella. “Eh ma costa tanto, dinne un altro”. “Barella”. “Ma dai, a gennaio manco la Juventus potrebbe comprarlo, concentrati di più, fammi un nome diverso”. “Barella”. Non si gioca più a pallone senza Barella. Non si fanno mediane senza Barella. Che poi è anche il remake dell’adagio su mogli e buoi. Cagliari diventa l’ombelico del mondo. Forse perché da lì venne Mazzone. E poi Cappioli, e poi Moriero, e poi Gianluca Festa. Per il quale l’allenatore avrebbe sacrificato Aldair sull’altare dell’Inter che ne deteneva il cartellino. Qualche anno dopo Mazzone si legò al terzino Sussi, che avrebbe schierato largo a centrocampo in qualsiasi squadra avesse allenato. In fondo ci è andata di lusso. I titoli che da un anno e mezzo si sprecano su Berardi, venticinque anni fa potevano riguardare lui, Sussi: Mazzone chiama Sussi; Ecco Sussi; Svolta Sussi.
Ci si impigrisce su Barella e se si nomina, per esempio, Ascacibar, nazionale argentino, allo Stoccarda da un anno e mezzo, che ha due settimane di età meno del cagliaritano, si viene guardati come si guarderebbe un alieno. Salvo scoprire che chi boccia Ascacíbar magari non sa neanche se sia biondo o di colore: “non lo conosco? È ‘na pippa”. Il mercato di gennaio non dovrebbe ammettere titubanze, ovvio. Ma non è automatico che se si abbandona la strada maestra si faccia un salto nel buio. La notizia che molti ignorano è a prova di smentita: esistono calciatori anche fuori Firenze, dove Chiesa te lo fanno pagare almeno 70 milioni, persino fuori Cagliari e, notizia delle notizie, esistono calciatori forti anche lontano da Sassuolo. Esistono attaccanti forti che si chiamano in modo diverso da Domenico Berardi. Si può fare calcio anche senza il copia-incolla del neroverde. E se un giorno cambierai allenatore, sopravvivrai anche senza puntare De Zerbi. La pigrizia mentale intorpidisce, rende banali, annoia. E indebolisce. Perché, infima, ti fa credere che con Berardi tu possa rafforzarti. A proposito, chi è il più forte centrocampista di sempre? Barella. Aridaje.
In the box - @augustociardi