In The Box 25/09/2018 18:55

Inventateve qualcosa

monchi baldiss

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Fatelo per la Roma. Quindi anche per voi. Mettete da parte i personalismi. Mettetevi una mano sulla coscienza per cercare l’amor proprio. Guardatevi in faccia. Ditevi le cose in faccia. Non lasciate che l’indifferenza vi avvolga fino a farvi dimenticare dal mondo travolti dalla mediocrità. Perché ci sarà sempre qualcuno che non sarà mai indifferente alle sofferenze della Roma. I suoi tifosi. Quelli che vi accompagnano in trasferta cantando anche quando le cose iniziano ad andare male. Anche quando segna Santander. Quelli che in casa non smettono mai di sostenervi, manco quando il Chievo inizia la rimonta, manco quando Stepinski sembra Van Basten.

Chiudetevi fra quattro mura, e quando uscite lasciate in quelle quattro mura quelle facce da condannati a morte che vi trascinate in campo. Lasciate da parte l’io e sposate il noi. Evitate di spararvi addosso pubblicamente, fatevi forti faccia a faccia. Non mostrate i muscoli a gioco fermo o a partita finita, tanto se la Roma va male non si salva nessuno. Il giochino dello scaricabarile nel 2018 non regge più. L’allenatore che nomina i calciatori per evidenziare chi ha sbagliato il movimento, il calciatore che si mostra insofferente verso il compagno che lo serve male o indifferente alle sollecitazioni da bordo campo, il dirigente che pur di “salvarsi” spiega, spiega, spiega. Teoria. Teoria. Teoria. Il calcio poi diventa pratica e mette a nudo i difetti. È impietoso. Non è un ufficio in cui il raccomandato si imbosca. Basta con le tiritere del “Metodo Monchi”, basta con “Il Mio Calcio”, basta con le facce appese perché è stato venduto il compagno amato. Inventateve qualcosa.

State apparendo più brutti di quello che realmente siete. Più in confusione di quanto possiate immaginare. Più distaccati dalla realtà di quello che credete. State procurando un dolore più forte di quanto ritenete si possa sopportare. Lasciate stare il fuoco e l’approccio, l’intensità e la coniugazione a parole del verbo lavorare. Cinque mesi fa avete vissuto sulla vostra pelle quanto sia sublime regalare emozioni. Era aprile, tutto il mondo parlava di voi. Adorati come Dei pagani senza avere vinto. Da nessun’altra parte avreste il privilegio di stare in paradiso senza aver toccato il cielo. Cinque mesi fa. Sembrano passati cinque anni.

Giocate domani, poi di nuovo dopo tre giorni. Fate in modo che questa stagione non diventi una via crucis. Forse ve lo meritate voi, di sicuro non se lo meritano i tifosi. Che nemmeno vi chiedono trofei, pensa che fregnoni, vorrebbero competitività. O quantomeno decoro. Quello che inermi avete smarrito senza apparenti motivi. Sopraffatti da un ego e da una supponenza che è ora di mettere da parte. Evitate di uccidere di inedia una stagione appena iniziata. Fate le cose semplici. Il calcio è semplice. Lo avete complicato fino a renderlo incomprensibile. Invertite la rotta. Fate che la Lega di Serie A quando siete in campo non sostituisca il pur brutto inno del campionato con la colonna sonora di Titanic di Celine Dion. Inventateve qualcosa.

In the box - @augustociardi