In The Box 18/09/2018 20:20
Due corpi, una testa
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Monchi e Di Francesco. Tutto si può dire fuorché non abbiano coraggio. Viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Condividono e agiscono. Nessuno dei due è succube dell’altro, si dividono i compiti del comparto tecnico. Libertà di azione, coi parametri fissati dal club. Nessun direttore sportivo si diverte a perdere giocatori importanti in nome dei conti. Nessun allenatore si diverte a perdere le partite. Ci mettono la faccia, magari lasciano interdetti gli astanti con esternazioni che possono non piacere, ma la Roma è loro figlia legittima.
Nei limiti del possibile Monchi ha accontentato il suo allenatore. Sia in uscita sia in entrata. Non si sarebbero privati di Alisson. Ma è sbagliato dire che a Di Francesco hanno smantellato la squadra. Non ha pianto per le partenze di Nainggolan e Strootman. Non è vero che gli hanno imposto Pastore. Ciò non significa, dall’esterno, farsi piacere il mercato giallorosso. Sacrosante sono le critiche, costruttive. Ora Monchi più che stare vicino alla squadra non può. Il mercato è chiuso, gennaio è distante ventuno partite coppe comprese. La bontà del loro lavoro estivo si deve vedere ora.
Madrid sa ancora di favola. La Roma ora all’estero viene vista con rispetto. Ma nessuno chiede chissà cosa in Champions League. Diverso il discorso del campionato e della Coppa Italia. Le partite casalinghe non possono partorire punti facili per provinciali disperate, al punto da rendere la Roma una casalinga disperata. Serve raddrizzare la barra. Come? Dimostrando che quel gruppo di buoni e ottimi calciatori che compongono la Roma possono diventare e mantenersi squadra. A cominciare dal centrocampo, che hanno pensato e creato con uomini di palleggio e di inserimento nell’area avversaria, senza un recuperatore di palloni dal passo frenetico. Ciò che alla luce degli ultimi fatti sembra essere la pietra dello scandalo, ossia la tipologia di calciatori selezionati, deve diventare il loro punto di svolta.
Lo sport nazionale della ricerca perenne del capro espiatorio nuoce alla salute. Sognare Conte, pensare a Montella, rimpiangere Sabatini allontana dalla realtà. Difficile da comprendere per chi a ogni gol di Defrel Gregoire, attaccante di categoria, sospira come un innamorato che vede passare la donna bramata abbracciata a un altro. Serve aderenza alla realtà. Vittorie e sconfitte si celebrano e si subiscono insieme. Onori e oneri. Facile facile. Due volte facile. Due. Come Monchi e Di Francesco. Responsabili tecnici della Roma.
In the Box - @augustociardi