In The Box 01/05/2018 21:10
La scelta
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La vita è fatta di scelte. Le scelte le fanno anche i calciatori. Che a volte fanno scelte non “da calciatori”. Puoi chiamarti Benatia e volare via verso la Baviera, con modi opinabili ma per una decisione comprensibile. Oppure chiamarti Pjanic, e accettare che la Juventus paghi la clausola rescissoria. Ma se ti chiami De Rossi, se ti chiami Dzeko, Nainggolan, Kolarov e se ti chiami Manolas, per motivi e in situazioni non necessariamente simili, decidi di scegliere la Roma come unica ragione calcistica della tua carriera o come tappa ultima di un percorso passato vincente. Da vivere non per svernare ma per renderti protagonista e magari consegnarti alla gloria. E alla storia.
Di Daniele De Rossi c’è poco da dire. Lui e la Roma non si sono scelti, si sono uniti per leggi naturali non scritte, scolpite. Lui poi ha scelto di non battere la via più semplice per la vittoria. Ha scelto di restare. Campione del Mondo a ventitré anni scarsi, da quel giorno ha aggiunto in bacheca appena due Coppe Italia.
Radja Nainggolan parla bene più di una lingua. Ma non sa più come spiegare che la sua scelta l’ha fatta da anni. Restare alla Roma. Possibilmente per vincere.
Edin Dzeko ha scelto di dire no al Chelsea e alla Roma che lo scorso gennaio definivano i dettagli del suo passaggio a Londra. Il no più bello della storia recente. Uno dei più forti attaccanti della storia della Roma (alla faccia dei tifosi romanisti(?) che lo dileggiavano condividendo la foto del Dzeko cieco: complimenti), non ha voluto sentire ragioni (che poi erano torti marci, di chi se ne sarebbe liberato a cuor leggero). Voleva la Roma. La “sua” Roma. Che stava già trascinando a suon di gol in questa splendida cavalcata europea. I soldi di Abramovic? Il fascino della Premier League? No grazie.
C’è poi la scelta di Aleksandar Kolarov, da over trenta pluridecorato e integro poteva selezionare tra una decina di soluzioni. Ha visto nella Roma quella vetrina ad hoc. Scelta anche di vita. Qua c’era già stato ma doveva tornare perché fino a qualche anno fa sportivamente parlando era a Roma ma non aveva visto il Papa.
Ha scelto anche Kostas Manolas. Nel giugno scorso bisognava fare cassa. Mancini e il suo Zenit attraevano e pagavano bene. Lui però smentiva coloro che lo consideravano un elemento destabilizzante dello spogliatoio mostrando invece attaccamento, appartenenza, tornando a essere il miglior difensore della squadra.
De Rossi, Nainggolan, Dzeko, Kolarov Manolas. Cinque colonne della Roma. Cinque nazionalità diverse, cinque storie diverse. Un comune denominatore: la scelta. La Roma. Forse sapevano che quest’anno sarebbero entrati nella storia.
@augustociardi - In The Box