In The Box 19/02/2018 22:46
Ünder, Rick, Schick, Lorenzo e il Magnifico
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Quant’è bella giovinezza…e a pensarci bene di giovinezza nella Roma ce n’è assai.
È giovane il Magnifico Alisson, quasi giovanissimo per il ruolo che occupa, dovendo ancora compiere ventisei anni, nel campionato in cui c’è il suo idolo Buffon esempio di longevità fra i pali.
È giovanissimo Cengiz Under, per il quale da tre settimane si sprecano i paragoni. Da “quello che riuscirà a fare peggio di Iturbe”, da “non va bene manco pe’ giocà contro il Benevento” (commenti post primo tempo match d’andata contro i campani), a “nuovo Salah, anzi Tevez, mi ricorda Robben, e rivedo in lui pure Bruno Conti, ma in meglio”, il passo è stato breve, come il tempo che impiega per lasciare sul posto i difensori e scagliare bordate verso la porta, o servire assist al bacio. Dall’alto dei suoi venti anni e mezzo.
È giovane Lorenzo Pellegrini, ventidue anni a metà giugno, che quando parla ne dimostra almeno una decina in più. È quello che da più tempo conosce Di Francesco e che forse più degli altri si sente responsabilizzato quando va in campo. Con quel senno che lo porta anche in Nazionale, dove in mediana c’è bisogno di gente come lui.
È giovane Patrick Schick, classe 1996, che deve crescere in fretta perché una stagione così tormentata ti affossa, ti segna e ti forgia. Se la superi indenne, con quel talento naturale ti metti in tasca il mondo. Se poi in tasca infili anche un corno portafortuna tanto meglio.
È giovane Rick Karsdorp, ventitré appena compiuti. Quando tornerà in campo gliene abbuoneremo uno, quello passato in infermeria. Con lui, la Roma potrà smettere di adattare Florenzi, di subire Peres, di avere incubi pensando a Piris e di rimpiangere la stagione felice di Maicon. Con un terzino non di ruolo ma di straruolo.
Giovani e forti, tanto da goderseli. Nonostante tutto. Nonostante quella definizione che va tanto di moda, il trading di calciatori. Lo sappiamo. La Roma deve vendere. Lo abbiamo capito, non c’è bisogno di spiegazioni. Sta scritto nella storia recente. E sta scritto nei bilanci. Ma non è possibile che a ogni parata di Alisson c’è sempre qualcuno accanto a ognuno di noi a cui parte il sospiro (“ahhhhhh”) e la malinconica predizione “tanto a giugno parte”. Così non si vive più.. Se ne andrà? Se ne andranno? Proviamo a diventare fatalisti. Per ora ci sono. Domani, in estate, staremo con la guardia alta.
Chi vuol esser lieto sia: di doman, non c’è certezza.
@augustociardi - In The Box