In The Box 16/01/2018 19:29
Logico
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Mantenere la lucidità per non impazzire. Sistema da adottare quando le difese immunitarie mentali si abbassano. Mille voci, troppe voci, su Alisson, Emerson Palmieri, Strootman, Nainggolan, Pellegrini. In attesa di un 31 gennaio per cui si fa il conto alla rovescia quasi pregando che arrivi in fretta febbraio e che ci si arrivi non dovendo fare la conta dei giocatori che hanno lasciato Trigoria. Timori non giustificati dai fatti. Affidarsi alla logica l’unica via.
Certezze: la Roma versione Pallotta fa quadrare i conti soprattutto passando attraverso la compravendita. In attesa di main sponsor e dei soldi spesi dalle centinaia di migliaia di tifosi di tutto il mondo che sposeranno la Roma come seconda squadra, vendere calciatori per poi reinvestire parte dei proventi è la necessità. A giugno. Mai a gennaio. Il bilancio della Roma chiude il 30 giugno. Le cessioni estive si certificano dal primo luglio ma se trovi gli accordi a giugno, riesci a far quadrare i conti in tempo lo stesso. Giugno. Non gennaio. A gennaio puoi non poter comprare, come di fatto annunciato da Monchi. Ma se vendi non lo fai per esigenze di bilancio, perché puoi vendere a inizio estate. Quindi la partenza di Nainggolan, paventata, ma mai certificata e mai a un passo dalla chiusura, sarebbe (stata) una scelta e non una necessità. Tutto è ancora possibile, certo, ma non per scadenze da onorare. Discorsi identici per Alisson, Strootman, Palmieri e Pellegrini.
Nainggolan: era tutto fatto poi è arrivato l’alt per colpa della luxury-tax, che però è stata introdotta dalle autorità cinesi non sabato scorso, ma il 13 giugno 2017. Per porre freno alle spese folli dei club locali che solo nel 2016 avevano destinato 480 milioni di euro per i cartellini di calciatori provenienti da Europa e Sud America. Il Guangzhou sbarcando(?) a Roma era quindi consapevole di dover spendere praticamente il doppio rispetto all’esborso per il cartellino di Nainggolan.
La Roma non può ogni anno ripartire da capo. Perché finora questa politica non ha pagato. Deve trovare la forza per dire no, quando possibile, alle offerte estive per calciatori importanti. Ma a gennaio non esistono urgenze di bilancio. È il caso di ripeterselo ad alta voce più volte durante la giornata per evitare che dopo un mese, dicembre, e un inizio mese, gennaio, deprimenti, debbano seguire settimane passate col batticuore temendo una diaspora che non ha ragione di essere paventata. Se non per scelte che sarebbero illogiche. Logico?
@augustociardi - In The Box