In The Box 01/11/2017 23:21
Obrigado, Siamo La Roma
LR24 (MIRKO BUSSI) - Guardi Roma-Chelsea e ti specchi nel volto trasfigurato di De Rossi. Pensi a Roma-Chelsea e ti aggomitoli all’ombra rigenerante che produce la figura di Fazio. Riguardi Roma-Chelsea e non puoi non rigonfiarti grazie alla maestosità di Dzeko, ai muscoli di Nainggolan, alla mascolinità di Strootman o all’autorità di Kolarov. I grandi capi della Roma che, sotto guida sapiente, hanno permesso di spargere la voce per l’Europa che l’Olimpico non è più un prato per allegri banchetti infrasettimanali.
Cambiato l’intimo consumato dall’emozione e rimessa in play Roma-Chelsea scopri che tra le fiere torve e fameliche che ringhiavano ai campioni della Premier League di starsene nella propria metà campo fino al segnale definitivo del signor Damir Skomina, ce n’era uno adatto alla vita domestica, più da giardino che da foresta.
Ma come, è Gerson quello lì? Quello che è entrato e ha capito dove si trova, cosa si sta facendo e ha con sé tutto l’occorrente è davvero Gerson? E’ Gerson che picchetta la caviglia dell’irmão David Luiz perché a caccia di un pallone? Quei denti affilati sono di Gerson davvero? Di Gerson Santos da Silva, 20enne milionario che tra le righe del contratto ha già fissata l’eventualità di un pallone d’oro, accudito religiosamente da papà Marçao che non poteva mica lasciargli sporcare le morbide zampine in terra ciociara? E’ proprio Gerson o almeno il nome corrisponde. E’ quello, inequivocabile, il segnale che il liquido vitale dai grandi capi si sta irradiando in ogni fessura dello spogliatoio, contagiando tutto ciò che incontra. Ed anche le vene più docili s’ingrossano quando a scorrerci dentro è quel nettare, capace di trasformare in storia ciò che fin lì è proibito pensare.
E’ ancora Gerson che nel linguaggio d’attualità, il post su Instagram, estrae dal rullino una foto del gruppo romanista che s’è fatto figuratamente unico nell’esultanza e scrive “Siamo la Roma”. Ci mette due cuori giallorossi, per carità, ma ha scritto “Siamo la Roma”. Senza traduzione come dopo l’ultimo derby, nessun “obrigado”, niente “jogado”, non un brasiliano nella foto. Ma “siamo la Roma”, unica bandiera e religione del momento. E allora se davvero eri tu, Gerson, anche tu sarai la Roma.
@MirkoBussi - In The Box