In The Box 16/07/2017 18:21
Scuole francescane
Avvertenza: la lettura acritica può comportare false illusioni che possono sfociare in fastidi gastrointestinali, capogiro e vertigini. Sono stati riportati casi di allucinazioni visive negli stessi periodi dell’anno.
Chi s’aspettava equazioni differenziali, s’è ritrovato segnato alla lavagna i segni “più” e “meno”. Traduzione calcistica: ricezione e trasmissione, volgarmente “stop e passaggio”, sviluppate attorno a forme geometriche, come si fa, mai abbastanza, nelle scuole calcio di quartiere. Benvenuti alla nuova scuola romanista.
L’inclinazione, d’altronde, emergeva nitida già dalla presentazione dello staff: tra i vari collaboratori, c’era spazio per Stefano Romano, non ancora 35enne e con un passaggio anche alla Juventus, nominato “preparatore tecnico”. Nelle academy giovanili d’Europa, ormai da tempo, c’è la figura del “maestro di tecnica”, esempio vivente di come gli aspiranti calciatori dovrebbero “lavorare” il pallone. Ci sarà anche nella prima squadra di una delle principali società professionistiche italiane. “Perché la ripetitività migliora” ha spiegato Di Francesco, portando ad esempio la qualità di calcio di un qualsiasi preparatore di portieri, obbligato dal mestiere a tirare in porta decine di volte al giorno, tanto da saper reggere confronti nell'esecuzione con gli attaccanti in attività.
E poi, partitella con le mani, combinazioni finalizzate alla conclusione senza avversari, scalate difensive, letture guidate di “palla coperta/palla scoperta”. Fino agli estenuanti 11 contro 0 per mandare a memoria giocate precotte: l’esterno alto che svuota la corsia a favore della mezzala, oppure invoglia alla sovrapposizione del terzino e così via. Che un pony come Matteo Ricci l’abbia digerito come zucchero filato era facilmente prevedibile, più stimolante sarà farlo assaggiare, o meglio convincerlo ad assaporarlo, ad un purosangue come Nainggolan.
La metodologia illustrata nel ritiro romanista difficilmente verrà sottolineata negli uffici tecnici della Federcalcio, dove la svolta “situazionale” imposta dalla Spagna ha fatto archiviare come obsolete quelle esercitazioni ripetitive e senza avversari. E poi, nel 2017, vuoi mettere il suono melodico di "rondos" con quello meccanico di "undicicontrozero"? C’è poco di “trending topic” dai temi di Pinzolo, ma si percepisce in lontananza l’odore del cuoio. Evviva.
Una normalità che suona straordinaria, nell’epoca dei droni e del rafting durante i ritiri, dei mental coach ad affiancare gli allenatori. Magari più tardi arriveranno anche in questa classe ma ora, che Nani Matias e Gyomber Norbert stabiliscano una salda intesa emotiva, a chi gioverebbe?