Disappunti di viaggio 11/02/2016 20:54
Fumo passivo
Aveva detto: "Non lasceró la Roma finchè non vinceremo qualcosa". Oggi è quasi costretto ad ammettere il suo domani. Oggi, dopo cinque anni a lavorare sulla Roma. Per la Roma. Con la Roma. Nella Roma.
Ne ha dette tante, Walter Sabatini. Ne ha fatte tante. Ottime, pessime, mirabolanti e contraddittorie. Fu rincorso a Piazza Cavour per poi vederlo planare tronfio nella Trigoria presieduta da DiBenedetto, pervaso da quella stessa torrenziale verbositá che da Natale ha stizzosamente perduto, posando a denti stretti con i suoi nuovi ultimi (?) acquisti.
In principio fu il fatidico "sole sui tetti di Roma", in quella sala stampa in cui fumò più di quanto parlò. E parlò moltissimo. Un'ora abbondante di portentosi e compiaciuti carpiati dialettici. Un elzeviro fatto persona. "Baldini ci raggiungerà, ora non può liberarsi". E una cosa ancor più banale di questa disse a chi, come noi, era innegabilmente stregato dalle evoluzioni sfumate al Sagrantino. "Se volete i campioni, avete sbagliato direttore sportivo". Sabatini disse una cazzata, disse, perché di campioni ne ha portati diversi. Pure chi campione non era e grazie a lui ora guadagna una montagna di soldi. Il punto è che gli si è chiesto prima di guadagnare e poi, possibilmente, di vincere. Lui ha eseguito, accettando quella sfida che ora lo avrebbe stancato, smontando-rimontando la squadra, fidandosi delle sue capacità ma trovandosi egli stesso sempre al punto di partenza, come in un grottesco gioco dell'oca che diverte solo i rivali, preceduto dai risibili proclami di improvvisati dirigenti che ancora si ritengono al riparo.
Finchè Zecca non ci separi.
Prematuri i coccodrilli, presto per sapere con certezza se Sabatini abbia fatto il suo tempo o se viceversa avrà ripensamenti. E non sarebbe la prima volta. Magari se lo faranno recedere. Magari la proprietà, lontana più da lui che da noi, oppure Spalletti che lo stima non per modo di dire. Intanto ci si porta avanti con il lavoro ricordando la sua ineguagliabile bulimia in tema di acquisti e cessioni. Perdendo Sabatini, la Roma rimpiangerebbe più il talent scout che il diesse, ma sicuramente perderebbe l'unica persona che sa di calcio e dal calcio proviene. "I direttori sportivi contano ormai solo nelle squadre da metá classifica in giù". Parlando con i cosiddetti ai lavori addetti, si evidenzia come le due squadre prime in classifica si avvalgono dei prestatori d'opera Giuntoli e Paratici, dei quali si conosce a stento una foto, figurarsi la voce. E saranno proprio Napoli e Juventus a giocarsi il campionato, loro dove non siamo noi. Lì a contare Agnelli Andrea e De Laurentiis Aurelio. E nessuno è legittimato o autorizzato a riempire spazi vuoti.
Se andrà realmente via e l'ipotesi manfrina fosse esclusa, Mister Plusvalenza lo farà avvolto nella stessa nuvola di fumo che lo ha accompagnato. Senza sapere cosa lasci di suo e nelle mani di chi. Quanto vale, al cambio, questa Roma sabatiniana? Pesa più l'attivo d'ammortamento o il passivo di risultati? Arriverá al suo posto un sostituto che probabilmente comprerà meglio ma sicuramente venderà peggio. Uno meno accomodante con i calciatori, meno estroso e più lineare. Giá, un sostituto.
Ma scelto da chi?
Dario Bersani
@DarioBersani