Disappunti di viaggio 24/09/2015 22:33
R.S.V.P. "Répondez, s'il vous plaît"
Chissá se anche a Nemours, dov'è nato Rudi Garcia, esistono le coppie coatte dei parchi nostri. Quelle coppiette che si danno appuntamento sotto li gran pioppi, per guardarsi in faccia.
"Che se dovemo di' più?".
"Che dovemo fa'?".
"Famo che basta?".
Lasciarsi puó darsi. Sopportarsi è da ovini.
Riprovarci doveroso.
A Mì, che dovemo fa'?
Passare la notte post-Sampdoria pensando a cosa possa farci innamorare ancora di lei, mister, ammesso che sia lei a non averne ormai abbastanza di noi? Fatto.
Nella notte in cui forse c'era meno da cavillare. Sono quelle in cui sei trafitto dalle apnee e schivi le temute conferme sotto forma di dardi incandescenti. Più dei 4 minuti di Ucan, di Gervais inservibile in casa e utilissimo fuori, più di moduli e turn-over, la curiosità sarebbe quella di sapere cos'è che tenga ancora insieme il rapporto tra il tecnico e la Roma. Magari i soldi c'entrano, sicuramente non bastano a spiegare se insieme hanno ancora un senso compiuto.
L'ATTENUANTE.
Due anni passati a Roma sono quattordici. Quindi saremmo sospesi tra pubertâ e adolescenza. E invece siamo già consunti dai rosori. Siamo l'equazione che si fa per i cani. Così - peró - manco a li cani, mister. La catastrofe è talvolta più utile delle scosse d'assestamento. Siamo forse pessimi ma mai pessimisti: fiducia e bonomia scavano quotidianamente la nostra profonda fossa capitolina. Quindi? Quindi quando.
Quand'è che esattamente ci siamo persi. Quando. A ciascuno la propria risposta. Io penso Roma-Empoli. La Coppa Italia. Passammo con un rigore eliminando l'Empoli-B. "Netto", lo definì. Fu sgualdrino quel rigore. Sgualdrino fu. Di colpo, i suoi capelli ricordarono il ramato di Mazzarri e Garcia scese dal piedistallo.
Di colpo, perse vigore la giustificata reazione che fece seguito a quel furto privo di destrezza del 5 ottobre. Fu lasciato solo, Garcia, ancor più fiero e tetragono in quanto solo. Ed era un gigante. E non aveva alleati.
TUTTE LE STRADE PORTANO (via d)A ROMA
Il giorno in cui corsi in edicola. Poi in libreria. Senza la sua autobiografia sentii di aver vissuto inutilmente. Roba di vita o di morte. Presi di petto, persino, l'incolpevole esercente, quando osó dire che non era ancora provvisto del libro. L'incauto. Raffiche di sillabe introiettate in mezza giornata. Gli aneddoti, i retroscena e le ambizioni. Era seducente e charmant anche leggendo l'orario di partenza dei treni. E perchè allora, adesso sembra tutto così poco interessante? Per le parziali ritrattazioni? Per una credibilitá intrappolata in quella metifica spirale di pareggi? Anche. Senza filtri, a che punto stamo mì.
MISTERI del MISTER
Dov'è finito il Garcia del record di punti della nostra Storia. I Modi Rudi, la chiesa e il villaggio, quello della lavatrice. Tutto piaceva e tutto ci esaltava: anche la freddura più banale diventava meritevole nonchè candidata per l'oscar della risata.
Per piacerle. Per blandirla.
Commentammo inebetiti le sue arguzie, metonimie e chiasmi alla vinaigrette. Era caustico, acuto, corrosivo. Colui che risollevó la Roma da un biennio di contraddizioni e orrori. Ce l'avevamo noi Rudi Garcia. Stavamo a posto per dieci anni. Come no: al secondo volavano giá alti gli stracci.
Ma possibile, mì?
Parlano di percorso di credibilità smarrito. Dopo i proclami, remissivo fracico. Chissà se una via di mezzo ci darebbe il titolo. Chissà se voleva essere dimissionato e non c'è riuscito. Chissà se era realmente il il nostro anno. E se ancora, magari, lo è. Con lui. Con lei.
LE SOLUZIONI.
È la ricerca costante del consenso che provoca astigmatismo.
E la critica, quella sana e mai preconcetta, era la stessa che incoronava Garcia con scettri d'ottone e troni di compensato. Anche se i re stavano altrove. I re non arrivano diciassette punti sotto nessuno. Si puó aver amato Garcia senza essere necessariamente francofoni.
"Non, je n’ai rien oublié".
La scrisse Aznavour 45 anni fa.
Protagonista un uomo che incontra la sua amata d'un tempo. La incontra per caso, e trascorre con lei la giornata, chiedendole di lei, di cosa sia cambiato durante gli anni trascorsi senza vedersi. “No, non mi scorderò mai”.
Non solo i ricordi, ma neanche l’amore si è spento.
Tentate. Provate. Parlatevi. Chiaritevi. Lei sa come e lei sa con chi. Lei ci ha portato dentro, lei ci conduca fuori. Chiudetevi.
Ne esca col sorriso serrato volitivo di Riscone. Quello manierato non basta più. Si lasci dare il bentornato. Sarà un piacere.
O perdiamoci di vista, appena possibile. Per il bene di tutti.
Dario Bersani