Roma Femminile 09/11/2020 20:24

Roma Femminile, Pipitone: "Arrivai a Roma per il salto di qualità. Fu la scelta giusta"

Allenamento AS Roma femminile a Norcia al Centro Sportivo Hotel Salicone

Rosalia Pipitone, della Roma Femminile, ha rilasciato un'intervista per la versione online della rivista. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:

«Mi auguro che un domani le ragazze e le bambine possano vivere questo lavoro con maggiore spensieratezza, senza dover lottare per questi diritti, portando a questo sport il rispetto che merita»

«Fortunatamente la maggior parte delle società sono professionistiche e riescono a tutelarti. In altre realtà però, molte giocatrici sono costrette a smettere perché, in caso di infortunio per esempio, non hanno la possibilità di lasciare il lavoro, pagare l’intervento, la fisioterapia, affrontare costi e mesi di riabilitazione. Ecco, il professionismo vorrebbe dire anche tranquillità. Sapere di essere tutelate anche in quel caso»

«Sono fra quelle donne che pur essendo professioniste non riusciranno ad esserlo ufficialmente perché verso la fine della carriera, ma va bene così. Rispetto ad oggi una volta mettevi più passione, ma per il semplice fatto che il calcio femminile non era riconosciuto come oggi, non era un lavoro, in contemporanea si frequentava l’università o si cercava di arrotondare in altri modi. Oggi le calciatrici lo sono a tempo pieno. È stata un’evoluzione che la mia generazione ha fatto con piacere, lottando per diritti di cui potranno beneficiare le future generazioni»

Qual è la prima cosa che dovrebbe portare il professionismo?
«Direi visibilità, ma quella già c’è, quindi tutele. Senza alcun dubbio».

È nata e cresciuta a Palermo, com’è stato l’arrivo a Roma?
«Ero a un bivio della mia vita: o continuare a fare questo sport o lasciarlo. Avevo 26 anni e cambiare città a quell’età non era lo stesso che farlo a 20. Ma dovevo fare il salto di qualità, e per farlo dovevo lasciare Palermo, perché la possibilità di salire di categoria e passare alla Serie A là erano minime. E quindi di punto in bianco ho deciso di lasciare tutto, università e famiglia per investire nel calcio. Poi, arrivata al Mondiale (di Francia, nel 2019, ndr) mi sono resa conto che era stata la scelta giusta per me».

La carriera le ha dato soddisfazioni.
«Assolutamente. Anche l’acquisto che l’AS Roma fece della Res Roma portò grandi soddisfazioni. Tutte noi speravamo che questo accadesse, e quando venne ceduto il titolo fu molto bello. La Res Roma era una società dilettantistica e non aveva le possibilità economiche che invece l’AS Roma, da professionistica, poteva offrire».

(vanityfair.it)

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