Nazionali 17/11/2017 02:56

Italia-Svezia, Rosenior (Brighton): "Siamo tutti De Rossi, ma non dovremmo mostrarlo"

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THEGUARDIAN.COM - Liam Rosenior, 34enne difensore del Brighton, ha commentato sul suo blog sul sito del Guardian l'episodio che ha visto protagonista durante Italia-Svezia, quando il capitano giallorosso si è rifiutato di scaldarsi sollecitando l'ingresso in campo di Insigne. «Fidatevi, è una cosa comune a tutti i calciatori del mondo - scrive il difensore inglese -  Anzi, un atteggiamento del genere, di rabbia nei confronti delle scelte di un allenatore, è una testimonianza di interesse. Vuol dire che al calciatore brucia la situazione negativa che si sta concretizzando sotto i suoi occhi. Posso solo immaginare però come si sia sentito , un veterano di altissimo livello, mentre la sua nazionale perdeva un Mondiale. Mentre anche lui perdeva l’ultima occasione di giocare in un Mondiale».

«Ciò che caratterizza la vicenda di è una sottile ironia di fondo: lui è stato altruista, avrebbe voluto che Insigne entrasse in campo. Ha dimostrato di tenere di più al vantaggio della sua squadra piuttosto che a se stesso - continua -  Löw sarebbe stato altrettanto “felice” se fosse stato un suo calciatore? Non credo. Noi giocatori dobbiamo dare tutto per vincere, prenderci cura della nostra squadra, sostenere i nostri compagni. Però abbiamo anche il dovere si rispettare le decisioni del nostro allenatore, soprattutto in pubblico. Pensate se una situazione del genere si verificasse per tutte le sostituzioni? La partita sarebbe finita prima del cambio effettivo. Inoltre, è anche un problema strutturale: sono sempre e comunque i manager a pagare per gli eventuali risultati negativi».

«Quel che ha fatto è stato senza dubbio un gesto patriottico, dal suo punto di vista ha agito nell’interesse della sua squadra - conclude Rosenior -. Magari lui è più coraggioso di me, ma la verità delle cose è più pragmatica e meno romantica. La moltiplicazione di certi comportamenti non porterebbe che a dei danni per le squadre sul campo, ne sono certo».

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