Nazionali 13/08/2013 23:52
No a Messi e Balotelli, Italia-Argentina accende l'Olimpico
L'altro big atteso all'Olimpico se ne è tornato a Milano. D'altra parte, l'esperimento annunciato aveva una prospettiva lunga: per il Mondiale, non per il giro di boa di settembre, visto che contro la Bulgaria i due saranno squalificati. Un pò meno rischioso, domani, sarà affidare la maglia di centravanti azzurro a Osvaldo, il reprobo dell'Olimpico. «Spero non lo fischino, e non vedo perchè dovrebbe succedere - l'auspicio del compagno De Rossi di fronte all'ipotesi di un remake in piccolo del film di Maradona a Italia '90 - Domani lui sarà azzurro, non un romanista. E in ogni caso non sarebbe giusto farlo neanche quando qui tornerà con la maglia della Roma». Quale che sia la formula di un'amichevole che prevede sette cambi, e dunque è destinata a continue mutazioni tattiche, il talentuoso attaccante potrà provare l'intesa con El Shaarawy o Insigne, anche se la soluzione con Giaccherini-Candreva, provata alla vigilia, sembra più probabile.
D'altra parte per nascondere le carte, come il ct avversario Sabella, Prandelli questa volta non ha ufficializzato la formazione. E all'Olimpico ha anche provato De Rossi come centrale difensivo. «Partite come queste non sono amichevoli», la considerazione proprio di De Rossi, e non è per dare un dispiacere a Papa Francesco che alla vigilia ha chiesto che sia all'insegna del fair play. L'Italia tornata dalla Confederations è convinta di essere arrivate alla pari con le migliori, anzi con la Spagna che «è ancora la mia favorita siamo stati perfino superiori», secondo il centrocampista della Roma. La nazionale di Sabella invece «ha talmente tanti campioni da non potere non essere tra le migliori». Anche per questo è un peccato non incrociare Messi: «Non l'ho mai fatto, mi affascinava», il pensiero di De Rossi.
La 'Pulcè mancherà anche a Prandelli, convinto sostenitore di questa sfida per motivi spirituali ma anche prosaici: per dare continuità alla bellezza di gioco mostrata in Brasile a giugno, è la convinzione del ct, c'è un solo modo, incontrare le migliori. Pazienza se la condizione sarà quella del calcio d'agosto, dove le squadre di club italiane hanno rimediato tante figuracce. Gli ultimi anni vedono la nazionale in controtendenza, oltre alla bella figura morale Prandelli conta di poterne fornire anche una tecnica. D'altra parte, la condizione degli azzurri è la stessa degli Higuain, dei Palacio, dei Lamela. Si gioca per il Papa, per l'amicizia, per un calcio diverso. Ma anche per rendere più facile la strada verso il Mondiale 2014.
(ansa)