Interviste Partita 03/02/2011 17:26
N. Burdisso: "Il gruppo è la nostra arma in più". G. Burdisso: "Perrotta mi ha stupito"
Ragazzi, avreste mai pensato un giorno di giocare insieme?
Nicolas: Onestamente no. Lo speravo, ma, data la differenza di età di 8 anni, non lo
credevo possibile. Poi Guillermo è entrato nelle giovanili del Rosario, e da quel momento
lho sempre sognato: ora vediamo se riusciamo a stabilire il record con anche il terzo
fratello, che però ha solo 9 anni.
Guillermo: No, ma non faccio fatica ad ammettere che è sorprendente. Quando sono
diventato professionista in Argentina, lui era già un idolo che giocava in Europa. Ma
nella vita mai dire mai ed eccoci qui.
Chi è il più bravo di voi due?
N: Siamo molto simili. Tutti e due abbiamo un grande temperamento: la nostra famiglia ci
ha insegnato a dare sempre il massimo, in campo e fuori.
G: Siamo abbastanza affini come caratteristiche, ma Nicolas ha molta più esperienza.
Spero un giorno di arrivare al suo livello ed eguagliare il suo palmares.
Cosa gli invidi?
N: Bella domanda: sicuramente lui fisicamente ha molta più presenza in campo e grazie al
suo fisico si fa sentire, una dote che non si compra. La seconda caratteristica è il
colpo di testa: spero riuscirete a vederlo presto in campo per potervelo dimostrare.
G: Tutto (ride
n.d.r.). Certamente gli invidio la grinta e la forza esuberante che mette
in campo, da vero leader.
Tra i giocatori chi frequenti più spesso?
N: Qui cè un gruppo fantastico, molto più italiano rispetto a quello che cera
allInter. Sto bene un po con tutti: Perrotta, De Rossi, il Pek, Juan e Doni, ma anche
tutti gli altri.
G: Sono arrivato da poco e per motivi di lingua mi trovo meglio con gli spagnoli,
Pizarro e Castellini che ha la moglie spagnola. Chiaramente per ragioni anagrafiche
frequento più i giovani, Greco e Rosi.
Chi può essere larma in più nella Roma di questanno?
N: Credo che larma in più sia il gruppo, ma se posso dire uno che mi ha stupito e che
forse non ha limportanza che merita è Matteo Brighi: è un ragazzo che dà il massimo, che
fa da collante in campo e fuori; uno che fa sempre di più di quello che sarebbe il suo
compito tattico.
G: Sono rimasto stupito da Perrotta: sapevo che era forte ma non credevo fosse possibile
correre tanto e giocare così tanti palloni.
Ma quella ai fratelli Burdisso non è lunica intervista del mese: ha infatti confidato le
sue impressioni sul primo periodo passato in giallorosso Paolo Castellini, che ha
ripercorso le tappe della sua carriera, rivelando di seguire e amare la squadra in cui
milita oggi da tanti anni. Ecco alcune delle sue dichiarazioni:
Ciao Paolo, come ti trovi?
«Essere qui per me è molto emozionante, non mi aspettavo di avere unoccasione simile.
Vivere la quotidianità di Trigoria è speciale, soprattutto per me che a 31 anni non
credevo di poter più vivere unavventura del genere».
Chi è stato per te un punto di riferimento tra i giocatori del passato che giocavano nel
tuo ruolo?
«Mi piaceva tantissimo Vincent Candela: negli anni in cui ha giocato nella Roma mi
capitava spesso di andare allOlimpico e vederlo giocare. Con lallora mio compagno di
squadra Scarchilli venivamo spesso ad ammirare quella grande squadra. Poi negli anni
successivi ho continuato a farlo con altri romani come Statuto, Di Biagio e Petruzzi.
Conosco a memoria quasi tutte le canzoni della Curva Sud
».
In questi mesi in giallorosso, qual è stata lemozione più grande?
«Senza dubbio lesordio in Champions contro il Cluj: giocare nella massima competizione
europea, con la maglia di una squadra italiana è una sensazione particolare, e a 31 anni
è bello emozionarsi ancora».