Interviste Partita 23/02/2010 17:40
Damiano: "Menez va aspettato. Scudetto? Andiamo avanti partita per partita"
Pensavate che la Roma potesse ripartire così forte?
In una certa parte faccio un bilancio unico dai tempi del nostro inizio col Parma. Erano ultimi, abbiamo fatto una corsa da Champions e siamo arrivati a un punto dallUefa,. Con la Juve nessuno se lo aspettava e siamo arrivati terzi, in Champions. Lo scorso anno secondi, ancora in Champions, con una difesa in cui abbiamo rilanciato Legrottaglie, Molinaro e Chiellini. Qui siamo arrivati in una squadra che era partita male ma faceva bene dal punti di vista del gioco, tra le migliori dEuropa. Aveva un capitale fantastico. Ci sono tanti campioni, campioni del mondo. Totti in prima fila, è fondamentale. Tutti si sono messi a disposizione, a lavorare, sono cresciuti spettacolarmente. Questa Rosa ha fatto quattro anni fantastici. Abbiamo lavorato in modo semplice, aiutandoli a ritrovare fiducia in loro.
Su cosa avete lavorato? Si dice abbiate lavorato molto sulla difesa
Beh, i meccanismi difensivi non sono quelli dei quattro dietro. Non basta. Abbiamo lavorato su questo. Allinizio prendevamo un gol a partita. Ogni tiro un gol. Poi per non so quante partite non ne abbiamo presi. Piano piano i risultati sono arrivati.
Cosa avete portato in più?
Lo devono dire i ragazzi, non so cosa facevano prima. Facevano ottime cose perché li abbiamo trovati alla grande. Abbiamo portati esercizi tecnici. Poi media potenza. Ma la tecnica è il modo per risolvere soluzioni di gioco. Sembra scuola calcio, facciamo venti, venticinque minuti di tecnica al giorno. Se facciamo un paragone con larte, gli artisti fanno fondamentali tutti i giorni. Noi dobbiamo fare lo stesso, imparare a gestire alla perfezione il pallone. Dobbiamo lavorare e ripetere per migliorare la velocità tecnica. Poi tutto ciò è legato al fisico. Con Capanna facciamo due blocchi a settimana di fisico a vuoto. Sennò è sempre integrato alla palla
Comè allenare Totti?
Prima del calciatore è un ragazzo fantastico. È un privilegio allenare un campione come lui.
Come vi siete conosciuti con Ranieri?
Io ero al Fulham, lui al Chelsea. Lui prese un giocatore che avevo io, Fountaine. Gli ha chiesto chi fosse stato il suo tecnico. Ci siamo incontrati in un incontro clandestino, perché eravamo lo staff di due squadre rivali. Poi io sono andato al Liverpool. Lui mi aveva chiamato al Chelsea ma poi arrivò Mourinho. Quando si è fermato mi ha detto che voleva ricominciare con un nuovo staff chiedendomi di stare con lui. Ho detto di sì. Abbiamo aspettato ma non veniva nulla. Io ho avuto richieste ma ho rifiutato. Ho visitato molte società, Barcellona, Manchester, lItalia nel 2006 a Coverciano. Poi è arrivato il Parma, abbiamo iniziato lì. Poi la Juve e siamo arrivati qui. Allinizio è stato difficile, ma abbiamo vissuto situazioni che ci aiutano ad andare avanti.
Che allenatore è Ranieri?
Ranieri non fa differenza, mette tutti sullo stesso piano. Tutti hanno sentito che hanno la possibilità di giocare. Se fai giocare sempre i migliori anche quando non giocano bene non va. Ha sempre detto che dal punto di vista del gioco vuole la performance massima.
La soddisfazione di vincere a Torino, dopo essere stati mandati via un anno fa, cè stata?
Cè stata una soddisfazione, ma dal momento in cui è stata fatta questa scelta di allontanarci noi eravamo tranquilli per aver fatto professionalmente il massimo. Noi siamo dei dipendenti e aspettiamo le decisioni dei dirigenti. Il calo-Juve? Per gestire certe situazioni serve grande esperienza. Il calcio italiano è molto duro. Qui anche lultima in classifica è unottima squadra. In Italia tutti quelli che lavorano nelle squadre sono grandi esperti e sanno tenerti in difficoltà fino alla fine. Il calcio italiano ha queste difficoltà. Una squadra spalle al muro sa rialzarsi e reagire in un minuto.
Che giocatore è Riise? E cresciuto tantissimo nellultimo periodo.
E tutta la squadra che è cresciuta, si è ricompattata. John ha imparato a fare la diagonale, è presente nel recupero e latteggiamento di squadra gli permette di ripartire. Poi ha una potenzialità offensiva che gli danno un più molto importante per la squadra. Tira da vicino e da lontano
Su Menez? I compagni lo amano molto, come si può migliorare?
Abbiamo, dopo gli ultimi quindici anni, unottima visione di un giocatore francese che deve venire in Italia. Devono aver fatto duecento gare in Francia e avere una presenza stabile in nazionale. Come per Djorkaef, Candela, Zidane, Deschamps. Per Menez non è così. Mexes è entrato dopo oltre 200 gare e piano piano si è preso un posto. Giucuff ha fatto come Menez. Ha fallito, poi è tornato in Francia ed è esploso. Magari tra un anno sarà pronto. Tanti altri non sono riusciti, da Henry, a Silvestre. Ho parlato tanto con Zidane, Deschamps. Ai miei talenti nelle nazionali giovanili ho sempre detto di non aver fretta di andare via. Menez ancora non è pronto per questa esperienza. Ha bisogno di maturare, siamo molto vicini, abbiamo dato fiducia e molta pazienza. Bisogna fargli capire con chi si allena: grandi campioni da cui imparare. Deve essere più generoso, determinato, dare di più. Passerà per un altro periodo qui, o un prestito. Per un giovane non è facile diventare un campione. Ci vuole tempo. Poi dipende da chi lo gestisce. Noi siamo uomini di campo. Facciamo un lavoro di valori morali. Intorno ai giocatori cè tanta gente con un altro spirito, che pensa al business, alla carriera. A volte siamo di fronte a situazioni che non possiamo gestire
Quanto ci credete a meno cinque?
Non voglio deludere nessuno, ma pensiamo partita per partita. Sappiamo da dove siamo partiti, abbiamo una grande attenzione in tutte le competizioni, ma è difficile dire dove saremo il 15 maggio
La Champions?
E il posto della Roma. Chi la vince? Le società inglesi hanno più potenzialità finanziarie. E ora anche i migliori allenatori italiani. Poi il Barcellona. E lInter, basta vedere cosa ha fatto in nove contro undici.
Il Panathinaikos che partita sarà? Allandata tutti i giocatori erano delusi e hanno parlato di gara pessima
Abbiamo giocato un calcio statico, non siamo entrati al cento per cento in questa partita.
Sappiamo che avete un metodo speciale per dialogare con i giocatori
Abbiamo un softweare che ci consente di far vedere ad un giocatore in pochi istanti la prestazione individuale. Prendiamo un giocatore e in cinque minuti possiamo fargli vedere la sua partita. Lui vede e capisce i suoi errori in pochi istanti. Si crea una certezza del giocatore sulla proprie qualità, sulle proprie prestazioni. Si crea un rapporto di fiducia. È un softweare molto semplice, non serve fare luniversità per usarlo. Siamo uomini di campo, non scienziati. Però serve per ottimizzare le prestazioni.
Quanto tenete a questa esperienza?
Vincere un trofeo sarebbe importante. Lasciare una traccia.