Interviste AS Roma 11/04/2022 23:55
SPINAZZOLA: «Ho pensato di non farcela, Mourinho mi ha sempre supportato»
DAZN - Leonardo Spinazzola, giocatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla trasmissione Supertele, il nuovo format condotto da Pierluigi Pardo. Tra i vari ospiti, vi era anche il suo procuratore, Davide Lippi, il quale ha commentato il recupero dall'infortunio. Queste le parole dell'esterno giallorosso ai microfoni della piattaforma di sport in streaming durante la presentazione del nuovo corso di Reset Group, agenzia che cura i suoi interessi:
10 aprile 2022, il ritorno in panchina. In mezzo cosa c'è stato?
“Tanta positiva, tanta negatività.... Posso dirlo, ho avuto momenti di euforia, di depressione, di gioia, è stato un mix. 9 mesi di luna park”.
Qual è stato il punto più alto in termini di positività e il più basso del tuo percorso?
“Quando ho iniziato ad andare veloce di nuovo. Mi sono domandato spesso se sarei riuscito a fare le cose come prima, perché vedevo tutto buio e tutto nero. Quando ho visto che i risultati arrivavano, sono stato felice. Ma parlo di tre mesi fa, prima i risultati non arrivavano...”.
Ti eri autoimposto un rientro troppo breve, quando dicevi che saresti tornato a novembre?
“Ma lo dicevo perché era un mio obiettivo. E a dirla tutta ci stavo riuscendo (ride, ndr). Vedevo che altri con il mio stesso infortunio in 4-5 mesi erano riusciti a tornare, mi chiedevo "perché non posso?". Mi sono posto questo obiettivo, ho fatto interviste in cui dicevo che sarei tornato a novembre-dicembre 2021 ma che non ci sarebbe stato problema se non ci fossi riuscito. Però poi sono rimasto positivo con l’obiettivo di tornare. Non avere obiettivi è qualcosa che non fa parte di me”.
Tua moglie e i tuoi figli quanta forza ti hanno dato?
“Questi 9 mesi mia moglie è stata incredibile, però mi vedeva che non ero in me e per lei è stata dura, vedevo nei suoi occhi che era preoccupata. Certi giorni ero proprio in un altro mondo, facevo fatica anche con i miei figli”.
Hai pianto tanto?
“Mah... forse 3-4 volte, più che altro quando non riuscivo a fare certe cose. Sono una persona che s’impunta molto, se non riesco in qualcosa devo farcela per forza, delle volte è un bene e delle volte è un male. Ero come un toro che dà le testate ad un muro di cemento".
Come vedi ora la tua stagione?
“Adesso devo riprendere il ritmo, devo essere consapevole che posso fare i miei scatti di 70-80 metri a tutta velocità. Dopo vedremo se riesco a fare inizialmente 20-25 minuti e poi incrementare. Per la Roma speriamo di finire bene, vincendo le partite che restano, arrivare in campionato più in alto possibile, passare il turno Bodø/Glimt e fare un gran finale di Conference League”.
Come hai vissuto Italia-Macedonia del Nord?
“Era il mio compleanno. Ho trascorso un compleanno amaro, così come tutti i miei compagni e l’Italia intera. Ci ero già passato con Ventura, sapevo cosa avrebbero potuto provare i miei compagni in quei momenti. È stata una grande delusione, però ci riprenderemo, come abbiamo già fatto”.
Una frase detta e ridetta: con Spinazzola e Chiesa chissà...
“Ci sono stati dei mesi dopo l’Europeo dove qualcosa non girava. Possiamo fare mille chiacchiere, ma ci sono periodi in cui va tutto bene e altri dove va tutto storto. È stato quello e basta, non ho nemmeno intenzione di fare il tecnico e dire qualcosa sulla partita, abbiamo fatto 30 tiri a 1, di cosa parliamo?”.
Cosa ti è rimasto dell’Europeo?
“Mi è rimasto tutto il bello che abbiamo creato, che penso ci porteremo dentro per tutta la vita”.
Cosa hai pensato quando Mourinho ti ha convocato?
“Il mister in verità è da ottobre, penso, che mi dice di venire in panchina (ride, ndr). Poi c’è stato il mio calo mentale e da lì ha iniziato a dirmi che non mi sarei dovuto preoccupare, mi ha sempre incoraggiato. Quando mi ha rivisto sorridere mi ha tartassato (ride, ndr). Gli ho detto che ad aprile volevo tornare in panchina, ero pronto per tornare dentro uno stadio e prima di aprile non ero pronto mentalmente per il rientro, nemmeno ad andare allo stadio. Nemmeno in borghese, non sarei voluto entrare”.