Interviste AS Roma 13/04/2022 15:58
CARLES PEREZ: «Con Mourinho sono più forte mentalmente. Bodo? Il modo migliore per rimediare è andare in semifinale»
AS - In vista del ritorno dei quarti di finale di Conference League contro il Bodø/Glimt, in scena domani sera all'Olimpico, il giallorosso Carles Perez si è raccontato in un'intervista al quotidiano spagnolo. Le sue dichiarazioni:
Dopo una stagione difficile per te, sembra che le cose stiano cominciando a cambiare.
"È vero che è stata una stagione difficile per mancanza di minutaggio, ma come ho detto dopo la partita contro la Salernitana, dobbiamo sfruttare i momenti. L'importante è lavorare e aspettare l'occasione. Adesso arrivano le partite importanti e dopo il gol dell'altro giorno ho dimostrato di esserci e di voler essere importante".
Mourinho ti ha elogiato in conferenza stampa, com'è il tuo rapporto con lui?
"Parole del genere da parte di un allenatore di quel calibro sono molto motivanti. Da bambino sogni di essere allenato da persone come lui o Guardiola, che sono allenatori top. E nonostante questo è molto vicino. Dopo un anno di lavoro con lui capisco la sua filosofia, le sue esigenze, so com'è e cosa vuole. Mi ha fatto migliorare come giocatore e nonostante giochi di meno mi incoraggia, mi dà consigli e mi ha reso più forte mentalmente".
Dopo l'allenamento resti a provare i tiri in porta.
"Sì, e non solo. Ho con un personal trainer da quattro anni, con un nutrizionista, analizzo i miei movimenti per migliorare con un'azienda specializzata... E tutto torna, ovviamente. Forse queste cose mi hanno aiutato a segnare quel gol da fuori area domenica. Lo chiamano lavoro silenzioso (ride, ndr)".
Sei cresciuto nel 4-3-3 del Barça. È stato difficile per te adattarti al calcio italiano?
"È vero che ho imparato a giocare molto aperto al Barça e da quando sono arrivato ho giocato di più dentro il campo, anche con Fonseca. Ma questo è il calcio, devi abituarti e giocare dove dice l'allenatore. Amo giocare come esterno ma ho imparato a giocare lì e mi sento a mio agio".
Credi che non ti abbiano dato le opportunità che ora al Barça danno ad altri?
"Dipende dai momenti. C'erano anche Aleñá o Cucurella ed è stato un momento leggermente più difficile per fare quel salto. È chiaro che i giovani che ci sono sono lì perché, oltre a dar loro opportunità, le meritano. Ho lasciato il Barça due anni fa e l'unica cosa che posso dirti è che vorrei che tutto andasse bene per loro. Se sono nel calcio professionistico è grazie a loro".
Quanto sei cambiato in questi due anni fuori dalla Spagna?
"Per prima cosa fisicamente e ovviamente mentalmente sono diverso: lasciare la tua casa, la tua famiglia e i tuoi amici per realizzare il tuo sogno ti costringe a crescere e maturare. Anche in termini di tattica ho imparato molto. Nel calcio ci sono meno spazi, a volte si difende a cinque dietro...".
Cosa preferisci tra qualificarti alle competizioni europee e vincere la Conference League?
"Se finiamo in Champions League significherebbe che abbiamo fatto bene durante tutto l'anno. Ma è vero che la Conference è un nuovo trofeo ed è pur sempre un titolo e penso che i tifosi alla fine lo vorrebbero. Considera che giovedì lo stadio sarà pieno contro il Bodo/Glimt".
Finora il Bodo vi ha dato problemi.
"Nella fase a gironi è stata una partita complicata per molte circostanze: il tempo, il campo sintetico...Sono cose che capitano una volta sola nella vita e bisogna voltare pagina. Il modo migliore per rimediare è vincere ora e qualificarsi in semifinale".
Credi che il gol con la Salernitana ti consentirà di giocare titolare?
"Spero di continuare a lavorare. Se non sarà contro il Bodo/Glimt lavorerò per essere titolare nelle prossime partite".
Le prossime partite non sono affatto male: Inter e Napoli...
"Sono due partite chiave per vedere se riusciremo a raggiungere la Juventus ed entrare in Champions League. Nelle ultime 10 partite in Serie A abbiamo fatto 22 punti, vogliamo continuare così".
Cosa mancava alla Roma all'inizio della stagione?
"È chiaro che con il nuovo allenatore era necessario un periodo di adattamento. Adesso capiamo meglio cosa vuole, i nuovi giocatori si conoscono meglio e questo si vede".
Mayoral e Gonzalo Villar hanno deciso di andarsene poiché non giocavano. Perché hai deciso di restare?
"Non voglio sembrare pesante, ma si tratta di cogliere le opportunità. La Roma è un grande club e, anche se gioco di meno o di più, voglio avere successo qui. Mi sento bene, è casa mia, sto bene con le persone e i tifosi. Andare in un'altra squadra sarebbe stato facile, ma voglio lottare qui".