“Sì, forse anche meglio. Certo, ho saltato le prime due partite, ma stare bene adesso e, tocchiamo ferro, per il resto della stagione vuol dire poter essere determinante in campo, e questo rende il passaggio più facile per quanto riguarda la conoscenza dei compagni dentro e fuori dal campo. La mia famiglia mi ha raggiunto e abbiamo anche preso casa. Tutte le questioni extra-campo stanno andando al loro posto, quindi spero che continui ad andare tutto per il meglio”.
Gli allenamenti qua sono diversi dall’Inghilterra?
“In termini di strutture e programmi non sono molto diversi. Come allo United, anche qua giochiamo a pochi giorni di distanza tra una partita e l’altra, quindi l’allenamento infrasettimanale è perlopiù tattico e di recupero, invece di avere lunghe sessioni. Per quanto riguarda le partite, guardando molto di più la Serie A da quando sono arrivato e studiando le avversarie, credo che rispetto all’Inghilterra qui siano molte di più le squadre che giocano con due punte, il che causa molti più problemi. In Inghilterra spesso si ha a che fare con una sola punta avversaria, quindi l’altro centrale ti può coprire mentre qui spesso ci troviamo in situazioni di due contro due. Capita anche di salire molto più spesso da dietro. Sono tutte sfide nuove per me, ma mi piacciono, anche perché amo i contrasti e gli sprint con le punte, mi ci trovo bene”.
La partita in sé non è andata benissimo, ma contro l’Atalanta hai vinto un bel contrasto contro Zapata un bel biglietto da visita per i tuoi tifosi.
“Sì, abbiamo preparato quella partita e mi aspettavo che Zapata partisse titolare perché è uno dei calciatori più pericolosi dell’Atalanta. Ogni squadra comunque ha tante minacce, è come in Inghilterra, non esistono partite facili, sono le piccole cose a fare la differenza. Ecco perché bisogna sempre essere attenti e concentrati”.
C’è qualche compagno di squadra che ti sta particolarmente aiutando ad ambientarti?
“Sì, onestamente devo dire di essere stato fortunato anche con i preparatori che parlano un buon inglese, e anche tanti giocatori in squadra mi capiscono, una buona metà della rosa ha un ottimo livello di lingua. Tuttavia, voglio imparare l’italiano, sono ancora all’inizio. Per ora sono stato molto fortunato anche col resto, col cibo, con l’assistenza fuori dal campo, con il trasloco, è tutto perfetto.”
Hai già giocato in difesa insieme a Federico Fazio e Gianluca Mancini. Come sta andando?
“Credo che sia stato facile inserirmi nel gioco al loro fianco. In allenamento cambiamo e dividiamo spesso gli accoppiamenti per migliorare l’affiatamento e affrontare scenari diversi tra loro. La pausa per le nazionali ci dà veramente modo di lavorare sulla linea difensiva da mettere in campo, mantenere la posizione, andare in supporto, scambi e tutto il resto. Spesso, quando si gioca ogni tre giorni, è difficile potersi allenare seriamente, ecco perché la pausa per le nazionali ci permette di lavorare a fondo, specialmente per chi non c’era durante la preparazione. Spero quindi di poter giocare bene al fianco di chiunque.”
Come sta andando col mister dal vostro primo incontro in poi?
“Penso che sia molto intelligente. Abbiamo parlato per la prima volta al telefono, io ero ancora a Manchester e lui mi descriveva che tipo di difensore voleva, come le mie caratteristiche lo riflettessero e del fatto che mi volesse nella sua squadra. Me lo ha fatto proprio sentire, e una volta finita la chiamata, mi sono detto: ‘Facciamolo’. È bello lavorare con lui, credo che l’aggressività e il modo in cui vuole che giochiamo siano molto adatti a me. Inoltre, tutto lo staff ci incoraggia continuamente mostrandoci delle clip che descrivono su cosa e come dobbiamo lavorare e migliorare. Mi sembra di imparare qualcosa ogni giorno, mi sto trovando molto bene”.