Interviste AS Roma 02/10/2019 02:33
Calafiori: "All'inizio pensavo di non farcela, ma De Rossi e tutti i compagni mi hanno aiutato molto dopo l'infortunio"
ROMA TV - E' tornato a parlare ai microfoni dell'emittente televisiva del club Riccardo Calafiori, a circa un anno dal brutto infortunio ai legamenti che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco per circa dieci mesi. Queste le sue dichiarazioni.
Quest'anno è stato duro...
"E' stato un anno difficile e impegnativo dal punto di vista umano, il più difficile in assoluto".
"Sicuramente la mia maglia mostrata da Dzeko, ero all'ospedale e stavo guardando la partita, non me l'aspettavo. Prima Kluivert aveva mostrato la maglia del suo amico Nouri, è stata una cosa bellissima, non ci credevo".
Qual è stata la cosa più difficile?
"Il viaggio in America per l'operazione è stata la cosa più difficile, avevo il ginocchio che era il triplo dell'altro, avevo la febbre mi sentivo malissimo. Poi ero insicuro, perché non sapevo cosa andavo ad affrontare in America. Per il resto il chirurgo che ho incontrato appena arrivato mi ha dato fiducia e forza: ero sicurissimo che sarebbe andato tutto bene".
"I primi giorni e primi mesi non pensavo al rientro, perché era così lontano che sembrava irraggiungibile. Fortunatamente stando in prima squadra c'erano diversi giocatori che non me l'aspettavo ma mi sono stati molto vicini, come Daniele De Rossi e tutti i compagni in generale sono stati bravissimi con me e mi hanno dato forza".
C'è stato un momento in cui hai temuto di non farcela.
"Il primo giorno di fisioterapia. Quando sono uscito dall'ospedale, due giorni dopo l'operazione, il fisioterapista mi disse di provare ad alzare la gamba ma non avevo la forza e sembrava che il cervello non collegasse con la gamba, lì mi sono buttato giù. Poi è stato tutto un crescendo, e ho anticipato tutte le tappe, prima sono tornato a camminare e poi a correre".
Sì, lo sono diventato molto di più dopo l'infortunio, soprattutto pensando a Devid (Bouah) che si è fatto male: so cosa vuol dire infortunarsi e dover fare la riabilitazione, poi per lui è la seconda volta... Siamo molto legati, questa cosa ci ha molto unito. Prima eravamo amici ma ora molto di più.
In un futuro come la vedi una Roma con Bouah a destra e Calafiori a sinistra?
Mi basterebbe davvero fare una partita sola, è da troppo che non gioco. Ci penso spesso, spero che accadrà.
Ho fatto il ritiro, piano piao ho messo sempre più minutaggio e sono arrivato pronto alla prima di campionato. Ho superato la paura, poi recentemente ho fatto anche 90 minuti e sono molto contento. Ho ripreso anche a entrare in scivolata (ride, ndr)
Speri di vincere in Primavera come hai fatto con gli allievi?
Sicuramente sì perché negli anni precedenti non abbiamo vinto molto e quello rimane un ricordo indelebile, bellissimo. Come dice il mister in Primavera dopo due anni che non vinci il terzo devi vincere, quindi speriamo bene per questa stagione.
La prima partita ero molto teso, i ritmi poi inizialmente si sentono, perché un anno a quest'età fa molta differenza. Però i compagni sono stati sempre bravissimi, ormai li conosco quindi mi trovo benissimo.
Quanto sei romanista?
Da 1 a 10? 100. Mio padre mi ha trasmesso questa passione, quando c'era la partita della Roma non mangiavo perché ero troppo teso. Allo stadio poi era bellissimo andarci.
"Mia madre ha trovato una scusa, mi chiama dal salone e mi chiede di portarle un bicchiere d'acqua, poi mi dice che l'aveva chiamata la Roma e che dovevo andare a fare il provino. Era solo il provino ma ero felicissimo. Quando mi hanno preso ero tesissimo, mi sentivo inferiore rispetto agli altri. Effettivamente inizialmente non ero fortissimo, poi mi hanno cambiato ruolo e messo difensore da attaccante, non è stato facile all'inizio.
Qual è il tuo sogno nella Roma?
Esordire in Serie A e poi magari continuare tutta la carriera con la Roma.