Interviste AS Roma 13/02/2018 23:43

TOTTI: "Con Spalletti non c’è mai stato un confronto e mai ci sarà. Avrei preferito chiudere in altro modo. Per vincere servono i giocatori forti"

Francesco Totti

SKY SPORT - è il protagonista della nuova puntata de I Signori del Calcio in onda sull'emittente satellitare sabato 17 febbraio alle 19.15 su Sky Sport 1 HD (in replica sempre sabato alle 23.45 su Sky Sport 1 HD; domenica alle 17 e alle 23.15 su Sky Supercalcio HD) e da domani disponibile in esclusiva su Sky On Demand nella sezione “primissime”. Queste le parole del dirigente della Roma:

Sulla Roma
L’offerta più concreta per lasciare la Roma è stata quella del , nel 2003/04. Ho fatto una scelta ben precisa: precludermi la possibilità di vincere tanto per rimanere con un’unica maglia, che per me è stata la cosa più importante. E alla fine ho avuto tutto: amore e passione per me sono stati più importanti che vincere trofei altrove. Per la Roma ho dato il 101%, perché ho messo la Roma davanti a tutto, davanti a me, alle cose personali, alla vita privata. La Roma è stata tutto.

Sul Pallone d’Oro
E’ una delle cose che mi è mancata personalmente. Giocando con la Roma sapevo di avere meno possibilità rispetto ad altri giocatori che giocavano con ,
, Milan… loro avevano più visibilità in campo internazionale, anche perché il Pallone d’Oro si vince conquistando la
o il Mondiale, oppure qualche altro trofeo importante. Io con la Roma ho vinto Scudetto, Supercoppa Italiana e Coppa Italia, perciò non ero in grado di poter combattere con altri giocatori.

Su
Con non c’è mai stato un confronto e mai ci sarà. Avrei preferito chiudere in altro modo. Fossi stato in lui avrei gestito il calciatore, e soprattutto la persona, in maniera diversa: mi sarei confrontato con lui, gli avrei parlato. Comunque sono riuscito a fare questo passaggio da calciatore a dirigente della Roma, e l’ho fatto con lo spirito giusto: con l’armonia, con l’intelligenza di una persona grande. Sono cresciuto nel campo e nel campo morirò.

Sul calcio di oggi e le scelte societarie
Non penso che esista un altro e che nel caso possa rimanere a lungo nella Roma. Oggi conta il business. È difficile che un giovane della Roma crescendo rimanga e possa fare le stesse cose che abbiamo fatto io o
. Perciò la situazione è diversa ed è impossibile che quello che è successo con noi si ripeta. Prima si pensava ai giovani promettenti del nostro Paese più che a scoprire un giovane brasiliano, argentino, sudamericano, o di qualsiasi altro Paese nel mondo.

Sui top player
Se dipendesse da me spenderei qualsiasi cifra al mondo per comprare i giocatori più forti, anche perché per vincere servono giocatori forti. Questo l’ho sempre detto e lo dirò sempre. Però poi non sono io a gestire i soldi, è il presidente che decide. Il presidente metterà un budget e in base a quel budget dovrà essere bravo a costruire una squadra. In questo mercato pazzo? Io costerei 200 milioni.