Poco dopo la chiusura del mercato invernale ci fu la doppia sfida col Real negli ottavi di Champions: un rammarico averla giocata così troppi pochi giorno dopo l’arrivo dei nuovi e di Spalletti?
“La Champions League non ti aspetta, la devi prendere così come è con tutte le sue difficoltà. A mio parere abbiamo affrontato le due gare con gli spagnoli nel modo giusto, disputando due buone prestazioni. Purtroppo non siamo stati molto cinici davanti, non sfruttando a dovere le occasioni che abbiamo creato, a differenza loro che sono stati bravi a punirci al momento giusto, sia all’Olimpico che al Bernabeu. Alla fine il doppio 2-0 racconta proprio questo. Peccato per le occasioni sbagliate, ma è andata così, dovevamo fare meglio noi sotto porta”.
Una delle istantanee della stagione è il ritorno in campo di Strootman dopo 392 giorni. Cosa ha significato per voi?
“Noi tutti non vedevamo l’ora di rivedere Kevin all’opera perché è una vera macchina da guerra. Non si ferma un attimo: alle volte per chi non lo conosce è quasi fastidioso vedere quanta applicazione mette negli allenamenti. Lavora come un ossesso, ci mette davvero il cuore in quello che fa. Tuitti noi dovremmo imparare da lui come si gioca a calcio e come ci si comporta nella vita”.
Non possiamo poi non menzionare l’uno-due di Totti in tre minuti contro il Torino ad aprile. Fu incredibile…
“Quella sera contro i granata, a cinque minuti dalla fine nessuno pensava più alla vittoria, magari nel pari sì, ma mancava davvero poco. Invece è entrato lui ed in tre minuti ha ribaltato tutti dandoci i tre punti. Siamo davvero contenti di avere Totti con noi. Quando entra in campo la carica te la trasmettono i tifosi che appena lo vedono alzarsi dalla panchina esplodono di gioia e fanno si che l’ambiente diventi speciale. Francesco bisogna vederlo non solo nelle gare ma durante tutto l’anno e capire come si comporta con il gruppo e come ci fa stare bene. Sul campione in campo poi non ci sono altri commenti da fare. Lui ha quel qualcosa in più che lo rende unico.”
A proposito del pubblico, questa stagione è stata particolare visto l’assenza della curva Sud nella gare casalinghe: come l’hai vissuta?
“E’ stata una annata brutta da questo punto di vista perché per noi i tifosi sono fondamentali. La mia non è una frase retorica o scontata: noi abbiamo davvero bisogno di loro, dato che per noi sono realmente importanti. Io spero solo che tutta questa loro situazione si risolva presto per rivederli di nuovo in campo al nostro fianco”.
A livello personale ci ha già svelato che il momento più bello della stagione è stato il gol al Barça: quale è stato invece il top moment di squadra di questo 2015-16?
“La vittoria nel Derby al ritorno per 1-4. Quel giorno facemmo una prestazione davvero importante, surclassando gli avversari, cosa non facile nelle stracittadine. Una gara giocata dal collettivo davvero bene, con pochi errori e una grande qualità. Poi sono arrivati 4 gol per noi, compreso il mio, e non si poteva davvero chiedere di più ad una gara come quella: dominammo e meritammo nettamente la gara”.
Quale è stato invece il momento più brutto della stagione?
“L’eliminazione in Coppa Italia con lo Spezia all’Olimpico, che coincide anche col mio peggior momento dell’anno. Non volevamo sicuramente fare quella figura davanti al nostro pubblico. Siamo invece usciti veramente male da quella Coppa che poteva essere invece un trofeo da portare in bacheca a fine anno, peccato. Prestazione e pomeriggio da dimenticare quello, per tutti”.
Considerando alti e bassi della stagione, quale è il tuo giudizio globale sulla Roma 2015-16?
“All’inizio le aspettative erano alte, poi per come è andata l’annata, diciamo che il voto è comunque positivo. In campionato abbiamo provato fino alla fine a raggiungere il secondo posto, ma il Napoli ha mostrato di meritarlo lottando fino all’ultimo. Anche se partiremo dai preliminari, noi abbiamo ad ogni modo raggiunto l’obiettivo della qualificazione in Champions League. Una squadra come la Roma, ha il dovere di partecipare ogni anno a questa competizione”.