Interviste AS Roma 28/03/2016 19:21
Rizzitelli e Petruzzi: "Totti? Già nel '93 si vedeva che quel ragazzino aveva qualcosa in più"
Nel giorno in cui si celebrano i 23 anni dall'esordio di Francesco Totti, ha parlato Ruggero Rizzitelli, ex attaccante romanista che ha visto muovere all'attuale capitano giallorosso i suoi primi passi da professionista:
Non possiamo non partire da quel Brescia-Roma di 23 anni fa quando lei fu sostituito da Francesco Totti, dando il là alla sua carriera in Serie A. Cosa ricorda di quel giorno?
“Ricordo che mancavano pochi minuti alla fine, si vinceva 2-0 a Brescia e allora Boskov mi disse ‘…dai dai Ruggiero facciamo entrare ‘sto ragazzino’. E insomma, insieme a Vujadin, che ragazzino abbiamo fatto entrare!”
All’epoca già si vedeva che Francesco Totti potesse essere qualcosa in più rispetto ai tanti giovani lanciati in prima squadra?
“All’epoca la Roma ne sfornava tanti di giovani e parecchi erano anche molto bravi. Francesco però già si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri. Oltre alla tecnica di base, al tocco di palla, che già all’epoca era superiore alla media, era la personalità che spiccava in Francesco. Una personalità sfrontata nei confronti dei giocatori più esperti, soprattutto durante gli allenamenti”.
Proprio in virtù di questo, ha qualche aneddoto da raccontarci?
“All’epoca era normale che durante gli allenamenti i più grandi facessero un pò di ‘nonnismo’ nei confronti dei più giovani, in un clima militaresco che forse oggi si è un pò perso. Ma se tutti i giovani giravano a largo evitando le classiche ‘botte’ che si davano, Francesco era invece il giocatore che non disdegnava il tunnel al giocatore più anziano. Anzi, dopo la minaccia e magari qualche botta ricevuta, Francesco non si tirava indietro e in modo sfrontato tentava nuovamente la giocata. E da questo, già all’epoca, si capiva come fosse un ragazzo con ‘due attributi così’. Non aveva paura di deridere i vecchietti, come Manfredonia, Collovati o Nela. Addirittura mi ricordo che alcuni avevano paura delle sue giocate così sfrontate e durante le partitelle in famiglia si mettevano da parte per evitare di essere derisi”.
Tornando al Totti di oggi, cosa ne pensa della sua situazione alla Roma?
“In primis credo che Spalletti e Totti sono due personalità molto forti che si sono scontrate e poi hanno chiarito. Come in ogni famiglia, prima c’è lo scontro ma poi si chiarisce tutto e si torna amici come prima. Diciamo che a Roma, anche con la questione Sabatini, visto che le cose vanno bene, qualcuno deve destabilizzare l’ambiente. E’ assurdo darsi la zappa sui piedi in questo modo. Francesco ovviamente non è uno di passaggio e quindi è normale che attorno al suo rinnovo si crei questa attesa. Io credo che lui è stato, è e sarà la storia della Roma. Quindi non si può cancellare così Francesco Totti. Tutte le parti credo che troveranno l’accordo: il presidente, la società e Francesco stesso”.
Ma se potesse decidere lei, rinnoverebbe il contratto a Totti?
“Bisogna vedere cosa vuole lui. Se ne parla molto sui giornali, ma finchè non c’è una dichiarazione pubblica di Francesco, dove dice ‘voglio giocare ancora’, rimane sempre il dubbio su quello che vuole fare lui. Per questo motivo non me la sento di dire se io rinnoverei o no il suo contratto da calciatore”.
Una situazione che però sembra aver mosso l’interesse di tutto il calcio italiano
“Come dico io, al nord stanno sperando che diventi come i casi di Del Piero o Maldini. A Roma si è sempre detto che la carriera di Francesco Totti non sarebbe mai finita come la loro, per questo al nord stanno sperando che la situazione non si risolva. Diciamo che stanno un pò ‘gufando’ per poi poter dire ‘…lo vedete che non siete diversi. Anche da voi è finita male…’. Secondo me però non sarà così, perchè l’amore che tutti hanno nei suoi confronti, nel bene o nel male, è incondizionato. E questo amore è la più grande riconoscenza che un calciatore possa avere”.
(forzaroma.info)
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Ai microfoni del portale dell'esperto di calciomercato ha parlato di Totti anche l'ex giallorosso Fabio Petruzzi. Queste le sue parole:
"Era giovane ma si vedeva che poteva essere un campione con grande personalità, da veterano, da giocatore già fatto. Doveva aspettare il momento giusto per l'esordio ma sembrava che nella testa aveva 200 partite in Serie A. E poi si è vista la carriera che ha fatto. Anno dopo anno è sempre migliorato ed è diventato lo straordinario giocatore che è, secondo me, tra i primi 5 di sempre. Tutti rimanevamo con gli occhi sbarrati per le giocate che faceva. Ebbe un problema al ginocchio, si operò al menisco quando era in Primavera, ma quando prendeva palla faceva sempre qualcosa di particolare. Sapevamo che era giovane ma dentro di lui aveva qualcosa di speciale. Durante gli allenamenti c'erano molti ragazzi bravi dalla Primavera, il settore giovanile della Roma ne ha sfornati sempre tanti, e Francesco era un talento e si vedeva. In allenamento allora c'era quel nonnismo e quando i giovani arrivavano li facevano correre, stancare e molti avevano paura dei vecchietti, dei big dello spogliatoio. Francesco invece no: ci dribblava, faceva i tunnel, aveva personalità insomma. Questo c'ha gli attributi, dicevamo.
Ha preso per mano la Roma da quando era bambino, e anzi ha vinto poco, meritava di vincere più. Se 6 anni fa avesse preso la strada non dell'amore, non del sentimento, ma quella di andare altrove oggi avrebbe minimo un pallone d'oro. Quando lascerà, alla Roma mancherà un giocatore straordinario che ha fatto entusiasmare per più di 300 volte i suoi tifosi, se solo si contano i gol con questa maglia".
(gianlucadimarzio.com)