Interviste AS Roma 20/12/2013 17:25

DE SANCTIS: "Garcia artefice di questi risultati, spero dia alla Roma la possibilità di crescere. Possiamo continuare a fare grandi cose"

" ha capito perfettamente cosa era successo a questa squadra precedentemente. Al mister ho sempre riconosciuto il merito più grande dei risultati di questa Roma. È una persona che indipendentemente dal tipo di interlocutore riesce ad essere chiaro e efficace. Lavora tantissimo sulla squadra in maniera divertente. I suoi metodi solo divertenti. Speriamo dia alla Roma la possibilità di crescere così come sta facendo" 

"Credo che questa squadra possa continuare a fare le cose importanti che ha fatto - continua - Poi mi sono dato un tempo perché, nella sostanza siamo tutti d’accordo all’interno del gruppo che vogliamo fare grandi cose, nella forma bisogna essere attenti a comunicare questa cosa, perché non vogliamo illudere chi ci segue, la linea è sottile. Quando all’inizio dell’anno parlavamo di grandi obiettivi, molto probabilmente si parlava del fatto che la Roma, dopo tre anni, potesse tornare a giocare nelle coppe europee. Adesso è chiaro che per merito nostro, per merito di questo gruppo, si alza l’asticella"



Sugli arbitri l'estremo difensore giallorosso ha dichiarato: "Se c’è qualcosa di veramente complicato nel mondo del calcio, così come lo è il ruolo del , è il ruolo degli arbitri. Dei portieri e degli arbitri, la maggior parte delle volte, non vengono considerate tutte le cose belle che si fanno ma soprattutto gli errori. Gli arbitri fanno il loro lavoro, lo fanno legittimamente. Io poi, tra l’altro, sto facendo i “Signori del Calcio”, sono vent’anni che gioco a calcio, ho vissuto anche un altro tipo di atteggiamento arbitrale e l’ho vissuto in anni in cui non giocavo nella Roma, nella , nel Milan o nell’Inter, li ho vissuti giocando nell’Udinese. Quindi viva questa classe arbitrale di giovani che pur sbagliando, lo fa nella completa onestà intellettuale, con la completa libertà. Questi sono arbitri liberi"

Infine, parla della Nazionale: "In Brasile potevo andarci questa estate a giocare la Confederations Cup però ho deciso, a marzo, di lasciare la Nazionale per tutta una serie di motivi. Abbiamo toccato un tasto familiare, e non è secondario. Poi c’è il fatto che in quel periodo, a 36 anni, stavo giocando nel e l’anno successivo avrei dovuto fare la ed avevo bisogno di energie da spendere per il e questo discorso, vale anche ora che sono in un grande club come la Roma. Quindi, ho fatto questo tipo di scelta. La grande soddisfazione, del fatto che si possa parlare di un mio ritorno in Nazionale, è una soddisfazione che mi prendo perché qualcuno a marzo aveva ironizzato sulla mia scelta, dicendo che me ne andavo perché dopo poco sarei stato cacciato. E questo non è vero perché all’interno di quel gruppo ero un giocatore importante e di riferimento, chiaramente non dal punto di vista tecnico, visto che c’è Buffon, però lo ero sotto tanti altri punti di vista, e in caso di necessità anche sotto l’aspetto del gioco. E’ andata così, si fanno delle scelte. Io sono una persona coerente e, molto probabilmente, questa coerenza ci sarà fino in fondo. Il mio auspicio più grande - conclude - è che, insieme a Buffon, due miei grandi amici, due grandi professionisti come Sirigu e Marchetti, continuino a fare bene il loro lavoro nelle loro squadre di club, perché sarà così anche in Nazionale".