Coppe europee 03/11/2021 13:22
Conferenza stampa, MOURINHO: "Non parlo di arbitri. Non giocherà la stessa squadra dell'andata" - ABRAHAM: "Innamorato del club, è il momento di dimostrare la mia leadership" (FOTO e VIDEO)
Dopo la rifinitura svolta in mattinata a Trigoria, con Pellegrini assente oltre ai lungodegenti Smalling e Spinazzola, José Mourinho è tornato a parlare in conferenza stampa, alla vigilia della sfida di Conference League col Bodø/Glimt. Al fianco dell'allenatore portoghese c'e Tammy Abraham. Il tecnico giallorosso ha chiesto espressamente di rivolgergli solo domande inerenti alla partita di domani e alla Conference League. Il loro intervento:
L'intervento di Mourinho:
C'è da cancellare l'onta dell'andata, da vincere per tornare in vetta al girone e tenere alta la tensione in vista del Venezia. Come analizza la partita di domani?
"Abbiamo 6 punti, siamo in una buona situazione. È impossibile dimenticare, ma se dimentichiamo il risultato di Bodo, con 6 punti e due partite da giocare in casa la situazione è buona. Domani non è una partita decisiva. Non è neanche una situazione di pressione. Ma vogliamo finire primi, vincere la partita e non vogliamo dimenticare l'andata, perché non si dimentica mai, ma vogliamo vincere".
Domani si dà una chance a chi ha fallito in Norvegia o si cambia cercando di mettere la squadra più forte?
"Abbiamo sbagliato tutti, non voglio dire ha sbagliato questo o l’altro. Abbiamo perso come squadra e domani vogliamo vincere come squadra. Ovviamente non giocherà la stessa squadra. Anche io dopo la partita ho detto di aver avuto troppe paure prima della gara e non ho avuto paura della partita: ho avuto paura del freddo, del campo, degli infortuni, della stanchezza, di tutto ma non della sconfitta. Ho sbagliato io, abbiamo sbagliato tutti".
Si può fare un passo indietro o dobbiamo parlare solo della partita?
"Della partita o della Conference League".
Abraham è il grande colpo di mercato e finora non ha reso secondo le aspettative: è un problema di squadra o di adattamento del ragazzo?
"Il problema siamo sempre noi, non è individuale. Per un giocatore che viene da una cultura calcistica, arbitrale, anche sociale diversa non è mai facile. Ha iniziato abbastanza bene, ha avuto un impatto positivo e adesso vive un momento non speciale, ma è un grande giocatore e abbiamo fiducia in lui, non c'è nessun problema. Tornerà a giocare meglio, segnerà, abbiamo fiducia totale in lui".
Rispetto alle altre piazze in cui ha allenato ha riscontrato differenze negli arbitraggi e anche nelle sanzioni successive?
"Non parlo né di arbitraggi né di Serie A".
Col Cagliari e col Milan nel secondo tempo si è visto un modulo diverso, è una soluzione anche dal 1' o nelle partite che vedremo?
"Non parlo di quello che abbiamo fatto in Serie A".
Una valutazione sulla crescita atletica di Zaniolo? Su cosa può lavorare per migliorare?
"Dopo due anni di infortuni non è facile. Contro la Juve si è sentita la paura di un giocatore che ha sofferto tanto. È normale avere queste paure, solo il tempo può aiutare a dimenticare. Fisicamente sta bene, è fortissimo, ma ci sono dettagli dal punto di vista tattico che deve imparare e migliorare. È normale a 23-24 anni, soprattutto quando hai 'perso' due anni della tua carriera ai box ci sono cose da imparare. È un bravo giocatore, è un professionista che lavora, sono soddisfatto".
Lei ha detto che il campionato italiano è migliorato, è migliorata anche l'immagine del calcio italiano all'estero?
"È un campionato in cui si gioca bene: squadre, giocatori e allenatori hanno qualità. Gli allenatori di diverse generazioni non si preoccupano solo del risultato, ma anche di giocare con ambizione e bene. In questo senso sono veramente soddisfatto di essere qui con voi".
Si fida ancora di Shomurodov, visto che nelle ultime due partite la prima opzione dalla panchina in attacco è stata Felix?
"Mi fido di tutti, ma ci sono dei momenti dove i giocatori non sono nel loro miglior momento soprattutto a livello di fiducia. Felix ovviamente domani non sarà in lista, ma ha qualità che noi non abbiamo, è un giocatore che cerca movimenti che noi non facciamo tanto. Siamo una squadra con giocatori che vogliono palla al piede e pochi che vogliono la palla nello spazio, che sono anche aggressivi come lui senza palla nel modo di pressare e trascinare la squadra. È un ragazzino, lontanissimo dall'essere un prodotto finito e un giocatore fatto e perfetto già per essere un titolare nella prima squadra della Roma, ma ha un profilo che merita che si lavori su di lui. Il miglior modo è dargli opportunità di giocare in prima squadra. Allenarsi con noi è un bene, vale anche per gli altri come Missori, Volpato e i ragazzi che lavorano con noi. Una cosa è lavorare, un'altra avere la possibilità di giocare. Giocare in prima squadra è il modo di accelerare questo processo. Ho fiducia in Mayoral e in Shomurodov, questo non cambia".
Mourinho conclude dicendo: "Complimenti al Bodø che ha vinto il campionato".
L'intervento di Abraham:
Come valuti il tuo momento attuale? A fine partita col Milan Mancini ha detto che il rigore dato su Ibrahimovic in Premier League sarebbe stato considerato quasi ridicolo, qual è la tua opinione?
"Nel calcio capita di avere alti e bassi, ma è proprio nei momenti peggiori che si impara di più di se stessi e della propria squadra. Per un giocatore del mio calibro, inserito in un contesto di squadra con tanti leader, questo è il momento migliore di dimostrare la mia leadership e cercare di aiutare la squadra. È normale che tutti vorrebbero vincere le partite e giocare la stagione perfetta, ma capita di attraversare momenti difficili ed è il momento di superarli. Sulla decisione arbitrale mi limito a dire che gli arbitri sono sotto una pressione enorme, è umano commettere errore. È evidente che in quanto parte in causa e giocatore della Roma non vorrei che decisioni sbagliate venissero prese contro di noi ma capita".
Come stai fisicamente dopo l'infortunio riportato in Nazionale? Cosa ti trasmette l'inno della Roma?
"Per quanto riguarda l'infortunio adesso le cose vanno meglio, ho avuto un problema alla caviglia e qualche altro problemino, ma sono un giocatore che vuole esserci sempre e mette da parte qualche problema fisico. Non mi piace avere delle scuse, ogni giocatore vorrebbe giocare al 100% della condizione fisica e senza dolori, ma anche grazie all'aiuto dello staff medico spero di poter tornare al 100% il prima possibile. Per quanto riguarda l'inno, mi sono innamorato di questo club dal primo giorno e penso si veda in campo, è anche il mio modo di dimostrare la passione per questo club. La squadra ha investito molto su di me e sta a me ripagare con le prestazioni. La speranza è che i tifosi continuino a sostenerci sempre, noi dobbiamo dimostrare in campo quanto teniamo a loro e al club".
Quali difficoltà hai incontrato nel passaggio dalla Premier League al calcio italiano e rispetto anche a quello che Mourinho ti chiede in campo?
"Non sto attraversando delle difficoltà in termini di ambientamento. Il calcio comporta sempre delle sfide, per me in particolare che ho cambiato campionato, Paese e tipo di calcio. Ho avuto la fortuna di giocare contro Mourinho in Inghilterra e di allenarmi con lui in qualche circostanza, è di nuovo un contesto di sfida nel quale si impara ogni giorno. Tutta la squadra si sta conoscendo ogni giorno. Nel momento in cui avremo acquisito completamente le richieste e la filosofia del mister, saremo una grande squadra. Fino ad allora dovremo continuare a lavorare duro, come si dice Roma non è stata costruita in un giorno".
Non molti giocatori inglesi vengono a giocare in Italia. A prescindere dalle difficoltà personale, ti aspettavi un campionato così chiuso tatticamente?
"Sono cresciuto giocando contro le squadre nazionali, soprattutto a livello giovanile. Conosco benissimo la solidità delle difese italiane, era quello che mi aspettavo. Credo faccia parte del mio processo di crescita. Vengo da un calcio più aperto, propositivo, offensivo e con spazi più aperti, ma fa parte del mio processo di crescita. Richiederà del tempo, ma non sono tipo da retrocedere da sfide come queste. Sono sicuro che in futuro verrano sfide molto belle".
Sinceramente pensavi di poter perdere 6-1 una partita del girone di Conference League? Domani basterà vincere 1-0 o sentite di dover dimostrare qualcosa in più?
"Quando si scende in campo non ci si aspetta e non si vuole mai perdere e sicuramente non in quel modo. L'andata è stata a dir poco negativa, domani abbiamo occasione di dimostrare quello che valiamo davvero perché non siamo quelli dell'andata. È l'occasione giusta per lottare, affrontiamo un'ottima squadra come abbiamo visto. Mi aspetto una bella partita e giochiamo per la vittoria perché è quello di cui abbiamo bisogno".
Vorresti tirare il prossimo rigore dato che ti eri proposto al derby e a Torino?
"(ride, ndr) No, in quanto attaccante vorrei sempre segnare e in quel momento sentivo di aver fiducia. A Torino avevo conquistato il rigore e volevo calciarlo. Ma prima delle partite sappiamo la gerarchia dei rigoristi, Jordan (Veretout, ndr) è un rigorista straordinario. Era un momento particolare e c'era pressione per tutti. Spero di tornare a segnare e Veretout a calciare i rigori come sa".
La Roma è stata sorpresa all'andata e come si è preparata adesso per replicare alla sconfitta?
"Il modo migliorare per prepararsi è lavorare con fiducia nella squadra e nel collettivo. Io e tutta la squadra ci aspettiamo di giocare una bella partita, dobbiamo giocare al nostro meglio e voltare quella pagina definitivamente".