Coppe europee 07/03/2009 14:08

Adebayor: "Ho già segnato al Milan: la Roma non mi preoccupa"

All’andata contro la Roma Adebayor non c’era per infortunio, ma al ritorno potrebbe esserci.

“E vorrei tornare a Roma per la finale del 27 maggio”.

In Premier il Manchester è lassù, e il 4° posto è lontano. Più facile la .


“La Roma la conosciamo bene, è un bel club, ottimi calciatori; in Francia con Mexes ci siamo incontrati un paio di volte, e Baptista era con me a Londra. E poi : spero non sia in campo contro di noi...”.


Segue in tv il calcio italiano?

“Sì, ci sono buoni club, l’Inter, il Milan, la Roma, e la di Del Piero che ho visto in grandissima forma quest’anno. Amici? Conosco bene Kallon, ex dell’Inter, e Flamini, ora al Milan, lo sento spesso”.


Chiederà consigli sulla Roma?

“Ma ho già segnato al Milan, non mi preoccupo della Roma”.

A Metz nel 2003 si parlò di un interesse della per lei.


“Sì, avevo 19 anni, la era molto interessata, ma mi avevano fatto capire che volevano lasciarmi in prestito al Metz o darmi alla Primavera. Io volevo giocare in prima squadra, avevo già esordito nella Ligue 1. Così ho scelto Monaco e non ho rimpianti, anche se la resta un gran club, che io rispetto”.


Ci sono dei calciatori della serie A italiana che ammira?

“C’è Mutu, gran bomber, Kakà e Del Piero grandi campioni”.

Da piccolo conosceva il calcio?

“In Francia, dove vivevo a 15 anni, in tv andava la Premier o la Liga, meno i match italiani: -Roma, i derby di Milano e le milanesi contro la ”.


Lei per chi tifava allora?

. Ben prima di venire qui; in Francia il mio idolo era Nwankwo Kanu. Mi ha sempre fatto sognare, l’ammiro tanto, ha vinto molto: è nigeriano come i miei parenti, ho il suo numero di maglia, gioco nella stessa posizione e fisicamente gli somiglio, e ad Highbury avevo il suo posto nello spogliatoio. Mi ritengo il suo erede. L’ho conosciuto in campo, lui al West Bromwich, io a Londra, ero emozionato”.


L’anno scorso lei ha segnato 30 gol come solo Henry e Wright hanno fatto negli ultimi 20 anni fra i Gunners. Sorpreso?

“Sicuro, sono rimasto attonito. Ero in una forma splendida, sapevo di avere le capacità e le qualità, ho avuto pure fortuna. Ora finalmente mi considerano in un altro modo, e sono contento perché ho lavorato tanto per arrivare a questi livelli”.

Wenger ha avuto il coraggio di scommettere su di lei.

“Wenger mi ha dato più stimoli, se uno come lui si fida di me e vende Henry, vuol dire che crede in me. Ho dimostrato di meritare la sua fiducia”.

Perché ora sta segnando di meno? Non è più una sorpresa?

“E’ la stagione poco fortunata dell’. Nel ’07-08 con Fabregas e Hleb mi arrivavano tanti palloni, che dovevo solo spingere in rete, stavolta mancano la concentrazione e gli sforzi giusti. E abbiamo tanti infortuni: Rosicky out tutto l’anno, Cesc per 3 mesi, Eduardo appena tornato, io stesso ho saltato dei match”.


Quali sono le squadre che per lei fanno il miglior calcio ora?

“Il fa sognare, ma mi piace anche il Real Madrid, e il Milan ha ottimi giocatori”.


Chi l’ha aiutata in carriera?

“I miei genitori e il mio primo tecnico in Togo nel Cds Lomé, Akoussah Camelio, mi ha cresciuto, mi ha dato consigli, un padre: ora è d.t. del Togo e quando torno gli porto una valigia di scarpe per i suoi ragazzi; lui le prestava a me”.

I suoi sono nigeriani, Osun State, ma lei è nato in Togo.

“Sì, sa com’è in Africa... Se la vita non ti va bene in un posto allora ti sposti in un altro”.

Ma ha vissuto pure in Ghana?

“No, è che Lomé è una à al confine col Ghana, e il mio quartiere è il più vicino alla frontiera; lì si andava a piedi, in 10-15 minuti, a giocare a calcio, senza dogane e controlli”.


Quando ha iniziato a giocare?

“A 11-12 anni sono entrati nel Cds, ma ho iniziato per strada, a piedi nudi, poi qualcuno mia ha segnalato a Camelio. Per noi ragazzini entrare in un club era il sogno, lì ho avuto le prime scarpe da calcio”.

Dopo il Gothia Cup (torneo mondiale giovanile), vinto in Svezia nel ’99, dove si mise in evidenza, a 15 anni è andato a Metz, dove giocava suo zio.

“Era lì dal ’96. Un osservatore mi propose una prova a Metz e io accettai, era l’unico posto d’Europa che conoscevo. Ma non è stato facile. Si trattava di decidere cosa fare della vita: se restare nel mio quartiere o provare a essere un calciatore internazionale. Col freddo e la neve del Nord, all’inizio pensai di tornare a casa. Il direttore del centro mi disse: ‘Immagina quanti togolesi vorrebbero essere al tuo posto’. Mi sono ricordato dei miei amici di Lomé che mi dicevano ‘Che fortuna che vai in Europa’”.

Quando ha pensato di poter divenire un calciatore pro?

“Mai, non ho mai pensato di potercela fare, e nella mia testa penso sempre di migliorare. Anche un Kakà, un Ronaldo sanno che possono ancora far meglio. Se nel ’07-08 ho fatto 30 gol in futuro potrei farne 40”.

Si dice di lei che è una “testa calda”: un incidente d’auto a Metz con un ferito grave, una litigata col c.t. del Togo Keishi nel 2006...

“Sono state esperienze. Avevo 18 anni, avevo appena preso la patente, tornavo da Monaco e non avevo idea di quanto fosse lontana Metz. E col Togo ero in coppa d’Africa ’06 e non giocavo. Non vado in nazionale per stare in panchina”.

Quali altri africani che giocano in Europa le piacciono?

“Dindane del Lens, Kalou del Chelsea e poi ho visto quel giovane africano dell’Inter...”.

Chi, Balotelli? Ma è italiano...

“Ah, pensavo fosse nigeriano o ghanese. Ha molto talento, lo ammiro, ha qualità. Deve solo continuare ad allenarsi con campioni come Ibra e Adriano per diventare un grande”.

A lei chi l’ha consigliata di più?

“Morientes a Monaco, mi parlava tanto, e all’ Henry. Titi l’anno scorso aveva predetto che avrei fatto 30 gol; l’ho preso in giro, pensando fosse impossibile. Ma ripeteva ‘Tu hai le qualità, puoi farcela...’. Così è stato”.


Ha un contratto con l’ fino al 2012; l’estate scorsa l’hanno cercata Milan e
.


“Sì, il Milan mi ha avvicinato, è uno dei migliori club del Mondo, ma alla fine ho scelto l’. Avevo voglia di terminare ciò che avevo iniziato, e dimostrare che quel che avevo fatto l’anno scorso non era dovuto al caso. Questo club mi ha dato la chance di essere fra i grandi del Mondo, voglio ripagarlo e vincere qualcosa qui”.


Pensa di essere pronto per il calcio spagnolo o italiano?

“Ho incontrato club italiani e spagnoli, ho segnato al Milan a San Siro l’anno scorso. Certo, una stagione è diversa da un match, e non potrei dire con certezza che in Italia o Spagna farei benissimo”.

In futuro allora potrebbe cambiare campionato?

“Ora mi trovo bene qui, ma, come dico spesso, nella vita non si può mai sapere”.