Coppe europee 10/12/2008 17:25
"Ci saremo, ci siamo e saremo sempre con voi"

dalliniziare. Parliamo del rito che si ripete, irrinunciabile. Quello che segna ormai, non solo scaramanticamente, labbraccio ideale tra squadra e tifoseria. Sono infatti
le 20 quando, in campo da pochi minuti per il riscaldamento,
i giocatori interrompono dimprovviso gli esercizi.
Sottolineato dallululato di attesa della curva, formano un
capannello poco fuori larea di rigore, quindi alzano le braccia
e, sciogliendosi, salutano la Sud. Che li ripaga con lap-
«N
plauso e i cori di sempre.
Comincia così Roma-Bordeaux. Con lOlimpico che ritrova
i suoi quasi quarantamila spettatori, o giù di lì. Tanti
erano ieri sera per lultimo appuntamento che il girone della
prima fase di Champions riservava prima del sospirato
passaggio agli ottavi. A dispetto del giorno feriale, ma con le
festività incombenti. E del freddo, piombato sulla città quasi
a voler ricordare che siamo a dicembre e per il ritorno del
caldo cè tempo: tutta la primavera, prossima ventura, alla
quale guardare con fiducia e ottimismo. Quando si sarà ripartiti
con la Champions e il campionato avrà forse aperto
prospettive inimmaginabili soltanto un mese fa. Erano in
tanti, ieri allOlimpico, come era lecito aspettarsi. La Sud,
manco a dirlo, piena dalla prima allultima fila. Qualche
spicchio vuoto tra i Distinti Nord e nei settori più laterali
della Tevere e della Monte Mario, ma solo dal lato nord. Con
la pattuglia dei tifosi girondini non più di qualche centinaio,
un paio di striscioni e poche bandiere al seguito assiepata
nello spicchio più alto del settore ospiti. E i seggiolini
blu, quelli liberi, a formare un tuttuno con i pannelli
della Champions, quelli blu anche loro, da cui spunta la striscia
di calotta planetaria dai contorni del pallone. Più in
alto, il cielo. Quello terso, pulito, anche se alla fine non ha
risparmiato qualche goccia di pioggia (forse di commozione?),
dal quale più duno tra i tifosi più tifosi di sempre era
certamente lì a seguire la partita. Tra questi, uno che la curva
ha voluto salutare a metà della ripresa: «Due anni sono
passati diceva lo striscione ma non ci siamo scordati. Alberto
DAguanno, questa notte è anche per te». E unaltra,
meno nota, ma non meno tifosa, che aveva ricevuto il saluto
della Tevere: «Ciao Anna, stella nel cielo», lo striscione,
bianco con la scritta rossa, a lei dedicato.
E dire che la era cominciata nella tensione. Quella che,
inutile nasconderlo, si fa palpabile, in campo e sugli spalti,
quando la gara è da dentro o fuori. E il pubblico lo aveva capito
subito che la squadra, almeno ieri sera, era di nuovo
come contratta. Davanti a un Bordeaux che sembrava voler
addormentare il gioco, con quella ragnatela di passaggi
con cui mirava solo a far scorrere i minuti, affidandosi a
qualche contropiede e nulla più. «Un capitano, cè solo un
capitano» gridava la Sud. Lo ha fatto poco prima che partissero
le note dellinno della Champions, e lo ha ripetuto
più volte. Avendo ben chiaro, la curva, chi avesse nelle proprie
mani meglio, nei piedi le chiavi della partita. Anche
se il primo tempo sembrava dar ragione agli ospiti e a quanto
aveva annunciato alla vigilia Laurent Blanc. Con quello
0-0 che tornava comodo a loro, fiduciosi di potersi giocare
tutto negli ultimi minuti. Non ne avrebbero avuto né il
tempo né loccasione. A sciogliere la tensione arrivava infatti
prima il gol di Matteo Brighi, e come previsto dalla
Sud il capitano a chiudere i discorsi. Con lapplauso che
lo accompagnava alluscita dal campo, a una manciata di
minuti dalla fine. «Portace un altro litro» cantava al termine
la Sud. Che stavolta si brinda a Bordeaux. In bianco era
scesa in campo la squadra transalpina, quasi un omaggio
al proprio allenatore.