Coppa Italia 24/05/2013 16:25

Verso Roma-Lazio, parola agli ex: SERGIO SANTARINI

Come fu la prima?

«Un successo meritato, conquistato dopo una lunga serie di partite. Giocavamo un buon calcio con Herrera in panchina, Peirò, Capello e altri campioni in campo. Bella, ma la vera svolta della Roma, a mio avviso, fu un’altra».

Quale?

«Quando arrivò Liedholm e cominciammo a giocare a zona. All’inizio ci fu molto scetticismo intorno a questa scelta, si disse che io e Turone non eravamo adatti per questo sistema, ma non era così».

Vero, all’inizio le critiche al “Barone” furono feroci.

«Sì, ma non si fece condizionare: ebbe la forza di continuare e di portare avanti un’idea di progresso. Fu un bene non solo per la Roma, ma per tutto il calcio italiano».

Non a caso, la nuova filosofia portò presto i risultati sperati.

«Le due affermazioni in Coppa Italia, nell’80 e nell’81, diedero la convinzione a noi e al resto d’Italia che si poteva vincere anche praticando un calcio diverso. Se la Roma ha poi conquistato lo scudetto e ha avuto altre soddisfazioni, è perché cominciò tutto da lì».

Che tipo era Liedholm?

«Se uno non l’ha avuto come allenatore, si è perso qualcosa. Era semplicemente unico».

Tornando alle coppe vinte, Santarini contribuì con 2 rigori trasformati nelle ultime 2 edizioni da lei disputate e vinte.

«Esatto, in quei momenti l’importante è rimanere lucidi e mantenere la giusta concentrazione. Come dovrà fare la Roma domenica sera. Guai a farsi prendere dal nervosismo».

È il suo consiglio da ex capitano?

«È semplicemente quello che insegna l’esperienza maturata in tanti anni ad alti livelli. Bisogna pensare che sarà una partita come le altre, altrimenti si va in confusione e si rischia di perdere».

(asroma.it)

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