Coppa Italia 20/01/2009 16:02
Mourinho: "La Roma? Le partite sono tutte uguali"
Ecco la versione integrale della conferenza stampa del tecnico nerazzurro
Mourinho: quanto conta affrontare subito una squadra forte come la Roma a pochi giorni dalla brutta partita di Bergamo?
"Non lo so. Per me una partita è sempre una partita, non mi interessa l'avversario perchè rispetto e preparo la mia squadra sempre con la stessa intensità, per vincere. Mai nella mia carriera ho lavorato in modo diverso a seconda che l'avversario sia più o meno importante. Se qualcuno cambia atteggiamento in una partita contro una squadra con più qualità, non so perchè. Io non lo faccio. Per me tutte le partite sono uguali e questa contro la Roma la preparerò nello stesso modo nel quale ho preparato quella contro l'Atalanta".
Rivedendo Atalanta - Inter, ha timore che i giocatori abbiano accusato qualche problemino fisico?
"Se c'è un problema fisico non è per mia responsabilità. La mia squadra lavora molto bene, secondo un metodo scientifico corretto. E la mia squadra deve essere sempre in condizioni fisiche ottimali per giocare anche tre partite alla settimana: al nostro livello si deve essere sempre preparati".
L'esclusione di Maxwell dalla lista dei convocati dipende dalla partita di Bergamo?
"Credo che sia opportuno cambiare metodo. Sabato, invece di aprire la conferenza stampa con la lista dei convocati, lo faremo con la lista dei non convocati perchè è di loro che volete parlare sempre. Oggi è Maxwell, l'altro giorno era Balotelli... Magari se noi cambiamo la lista che vi comunichiano tutto è più logico... " (nd.: sorride).
Che cosa non ha funzionato nella partita di Bergamo?
"Per me ha funzionato solo una cosa: l'equilibrio psicologico, mentale, di una squadra che alla fine del primo tempo perde 3 a 0 e nel secondo tempo non ha avuto nessun cartellino giallo, nè rosso, e non ha perso la testa. Era una partita che poteva finire in modo diverso, 3 - 2 oppure 4 - 2, con un secondo tempo di maggior qualità visto le occasioni. Invece l'equilibrio ha funzionato, nessuno ha perso la testa o è voluto uscire subito dalla situazione infuocata che si era creata. Tutti i giocatori che hanno provato a cambiare il risultato nel secondo tempo l'hanno fatto con questo equilibrio. Nel primo tempo, invece, abbiamo perso la partita, l'orgoglio, tutto quello che una squadra deve avere. Nella ripresa abbiamo continuato a perdere la partita, ma abbiamo recuperato l'autostima, l'immagine di una squadra importante quale siamo. Per il resto nel primo tempo mi sembra tutto negativo: atteggiamento, posizione in campo, ritmo, intensità, concentrazione, aggressività... Non abbiamo avuto nulla. Per come intendo il calcio o la leadership, che per me è un termine molto simile a verità, non bisogna aver paura di guardare in faccia la realtà, anche se non ci piace. Questo per me è leadership. Magari a qualcuno piace nascondere la realtà, quando non è bella, ma io non sono così e come allenatore 'morirò' così".
Dopo la partita di Bergamo ha parlato con i giocatori. Vi siete capiti?
"Penso che per voi giornalisti, in senso generale, sia più facile continuare con le vostre fonti. Voi sapete assolutamente tutto: è un 'miracolo' sapere la squadra che scenderà in campo quindici minuti dopo l'ultima nostra riunione tecnica o sapere che cosa dico ai giocatori in privato: siete veramente bravi... Ma se volete sapere cosa ci siamo detti ieri, è meglio venirlo a sapere da altre fonti: io non dico e non dirò".
Ma il suo parere?
"È ovvio che dopo una partita così si deve parlare di quello che è successo e cercare di trovare i motivi per i quali non si è giocato bene. Dopo ci sono situazioni più specifiche, allenatore con singolo calciatore, e in questo caso il mio messaggio è sempre molto diretto. Sono così e non cambierò. Mi sono comportato in questo modo ieri e lo farò sempre. Per me non c'è nessun problema. Non sono masochista però, in un certo senso, questo momento negativo che sto vivendo non è il peggiore possibile soprattutto perchè è un momento nel quale sono primo in classifica: questo per me è un orgoglio. Non sono in tanti gli allenatori della storia del calcio a poter dire questo in un momento difficile... Quando la mia squadra perde è un momento particolare, ma non sono permaloso, sono onesto e continuo a dire che tutti gli aggettivi che la critica può utilizzare, li accetto volentieri. Non cambio perchè una delle cose che ho detto alla squadra, e che posso dire qui perche la vostra fonte non ve l'ha detto, è che da quando sono un allenatore, in nove anni e con poche sconfitte, solo due volte ho sentito veramente un sentimento negativo molto forte. Una cosa è una sconfitta, un'altra cosa è una sconfitta con una partita veramente negativa. Di queste due volte, una è stata quella contro l'Atalanta. Ovviamente non è la fine del mondo. Ripeto, è un momento negativo, ma un momento nel quale la mia squadra è in testa al campionato e gli altri 19 allenatori vorrebbero esserlo".
Quale è stata la prima volta in cui ha sentito questo sentimento negativo?
"Quando sono arrivata al Porto in gennaio e ho perso 3-0 a Lisbona col Belenenses. Poi è passato un anno e mezzo prima di perdere un'altra gara... ".