Il ruolo della Roma?
"Il club giallorosso è stato molto sensibile in questa situazione perché è intervenuto ‘ad adiuvandum’ come si dice nel gergo tecnico-legale, vi spiego: noi avevamo notificato il ricorso anche alle società calcistiche e la Roma ha sostenuto la nostra posizione, condividendo in pieno le ragioni del ricorso. In questo caso è valso tanto l’intervento della società giallorossa, che ha sostenuto le nostre tesi e quelle dei tifosi. La Roma è una società sensibile al tema della violenza negli stadi, nessuno la può accusare di complicità di alcun genere"
Questo precedente può aprire una nuova fase nel rapporto tra le diverse istituzioni che si relazionano sul tema dei tifosi e sull’organizzazione degli eventi sportivi?
“E’ un precedente importante che si somma ad altre 4-5 decisioni recenti che hanno avuto lo stesso esito, sempre emesse dal TAR. Il CASMS così come le Prefetture, devono occuparsi di prevenzione, non essere giudici dei comportamenti altrui. Se si sostiene ad esempio che ci sono 10 persone che fanno disordini, non dovresti aprire proprio gli stadi. La prevenzione deve essere rivolta alla gestione dell’ordine pubblico, alla preparazione dell’evento in sé. A Bologna i tempi erano ristrettissimi non si è potuto fare in tempo per proporre ricorso. In Germania e in Inghilterra ci sono strutture che rappresentano i tifosi, ben più organizzate che in Italia, quasi fossero dei sindacati dei supporters e certe situazioni sono più schematizzate. A mio avviso è necessario che il CASMS e le forze dell’ordine in generale tornino a valutare il singolo profilo di rischio dell’incontro che si andrà a giocare la domenica, senza assumere posizioni preconcette”.
(retesport)