Campionato 02/02/2019 18:26
Conferenza stampa, DI FRANCESCO: "Noi i responsabili, dobbiamo rimediare: siamo agonizzanti ma non si deve morire per forza" (AUDIO, FOTO E VIDEO)
Eusebio Di Francesco torna a parlare in conferenza stampa. L'allenatore della Roma interviene dalla sala Champions di Trigoria alla vigilia della gara con il Milan per il tradizionale appuntamento prepartita con i cronisti. Questo l'intervento del tecnico giallorosso:
Come si riparte dopo un 7-1?
Mettendo in campo una prestazione di livello, non solo fisica ma soprattutto dal punto di vista mentale, che è fondamentale in questo momento delicato.
Il Milan sta facendo bene ed è in ascesa, che avversario è?
Tre partite fa potevano essere nella stessa nostra situazione, a volte una settimana fa cambiare i giudizi. Hanno fatto un'ottima prestazione in Coppa, giocando una partita difensiva ma è nel loro modo di giocare. Non sarà facile, sono organizzati e in un buon momento.
La personalità di De Rossi la conosciamo, le sue condizioni?
Mi auguro che possa dare una prestazione dal punto di vista della presenza, dell’aiuto generale, della capacità di stare in campo e di essere un po’ il mister nella partita. Questo è molto importante per me in questo momento. I veri dubbi sono realmente come starà in partita perché non ha mai giocato. E’ un punto interrogativo in questo senso, ma si è allenato con costanza nell’ultimo periodo ed ha dato risposte positive, anche quando calciava, mentre aveva fastidio inizialmente. In questo momento riesce a fare tutto senza avere dolore. È una base importante da cui ripartire.
Delude il nervosismo di Dzeko, ci ha parlato? Si aspetta qualcosa di diverso?
È stata la parte più brutta di una sconfitta dolorosa. Edin è stato il primo a chiedere scusa pubblicamente a tutta la squadra per quello che è accaduto, perché è un giocatore di esperienza. Al di là di quello che guadagna una persona nel calcio, siamo uomini, ha avuto un atteggiamento sbagliato e non deve più succedere. Nelle difficoltà dobbiamo essere ancora più uniti. Quello che dispiace è che in una partita in cui sei sotto, in dieci, l’intelligenza sta nel non prendere più gol. Può esserci sì una sconfitta, ma l’abbiamo fatta diventare da una sconfitta che avrebbe dato fastidio ugualmente a una dolorosissima. Abbiamo compromesso la gara anche per alcuni atteggiamenti. La fortuna, nel calcio e nella vita, è che dopo un fallimento, dopo una partita negativa, ci si può rifare e far capire che è stato solamente un caso, come atteggiamento e come modo di fare.
Roma malata?
Non l'avevo definita malata, ma non guarita, che è diverso. C'erano state risposte ma cadevamo sulla continuità. Agonizzante, ma non per forza si deve morire, si può tornare ad essere vitali. Capisco la depressione, ma la forza sta nel ribaltare le situazioni. Ora siamo incudine, dobbiamo tornare ad essere martello.
Sente ancora di far parte di un blocco unito?
Dobbiamo migliorare in tante cose ma c’è la forza da parte dei ragazzi di rifarsi. Faccio un ragionamento, che faccio anche nella vita comune: un buon papà a volte non ha dato consigli giusti, ma in altri casi c’è riuscito. Va ritrovata l’unità di intenti e nelle difficoltà non dobbiamo disunirsi. Ci è successo a Bologna, a Plzen, a Bergamo e in Coppa. Ci siamo sempre ricaduti e questo deve farci riflette, non deve più accadere.
Ha fatto le sue valutazioni dopo Firenze? C'è una colpa principale che si addebita per questo momento di crisi?
La differenza tra me e voi è che devo trovare soluzioni più che colpe. Voi potere scrivere e giudicare, in maniera corretta o ingiusta, io devo trovare soluzioni. Bisogna essere ancora più uniti, più sinceri nella comunicazione generale. Ci deve essere lealtà tra le parti, qui tra di voi è difficile ma nel mio spogliatoio conta. I principali responsabili siamo noi, dobbiamo essere noi a rimediare.
Le condizioni di Under?
Faccio una premessa, è uno degli argomenti meno importanti al giorno, non è ancora pronto, quando lo sarà sarò il primo ad essere felice. Mi arrivano lettere e suggerimenti su chi far giocare o meno... Non si capisce che abbiamo bisogno di tutti. Lei mi chiede di Under, ma il discorso che faccio sulle vostre simpatie è più generale. Quando tornerà? Non so quando tornerà, non mi interessa in questo momento.
Tornando al discorso delle colpe, è stato chiaro e ha chiesto scusa. Di base ha detto che non si dimette, ma quale sarebbe la circostanza ultima per fare un discorso del genere? Immagino quando capirà che il gruppo non è più dalla sua parte, lo sente ancora come prima?
E' una domanda che mi avete fatto dopo Bologna, dopo Plzen, adesso dopo questa. E' un po' scontata, siamo un ambiente pessimista, ma siamo noi a riportarlo in questo senso. Rispondo che tutto è determinato da risultati e prestazioni, potete dire quello che volete. O parlare direttamente con i giocatori per capire se sono ancora dalla mia parte, altrimenti le chiacchiere lasciano il tempo che trovano. E' anche giusto che le facciate, si parla di calcio 24 ore su 24 come fate, se non si dicono anche cose un po' campate in aria. Fatti, fatti, fatti. Ora contano i fatti. E dobbiamo farli noi, io in particolare, che sono il responsabile tecnico di questa squadra.