Campionato 03/05/2011 15:06
Abete: "Lotito parla di Roma favorita? C'è sbilanciamento ma non esiste la logica della compensazione"
Poi il presidente della Figc è tornato nel merito delle dichiarazioni di Lotito. «Le sue valutazioni e critiche sull'arbitraggio rientrano nel legittimo diritto di un club, ma è necessario che siano fatte con toni e modalità rispettose e comprensibili. Bisogna essere trasparenti, senza fare confusione. Lotito potrà ora chiarire se ci sono situazioni di cui è a conoscenza o se si tratta solo di amarezza per arbitraggi non confacenti».
Intanto il patron biancoceleste verrà sentito dal procuratore federale Palazzi. «Nella sua piena autonomia - ha concluso Abete - Palazzi vorrà ascoltare Lotito per farsi un'idea chiara rispetto a quanto è apparso nelle interviste. Da parte sua, il presidente della Lazio potrà spiegare le sue preoccupazioni, o raccontare fatti e eventi di cui è a conoscenza».
«Le regole del calcio ammettono gli errori. Tra questi, ci sono anche quelli degli arbitri. Vorrei, inoltre, ricordare che il calcio esisteva prima delle società quotate in borsa che sono comunque 3 sul totale dei 132 club professionistici. Detto questo, la posizione della Federcalcio sull'uso della tecnologia è molto oltre la linea fissata dagli organismi internazionali che sono più prudenti di noi». Questa la risposta che il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha voluto dare nel corso di un convegno alla Link Campus University, a proposito dei motivi che non permettono attualmente di utilizzare la tecnologia nel calcio per ovviare agli errori umani degli arbitri. «La nostra linea riformista deve fare i conti con la realtà mondiale - ha aggiunto Abete, dopo che nel loro intervento sia Hernanes che Stendardo, avevano auspicato la possibilità di provare la più presto la tecnologia nel calcio - Non possiamo farci le regole da soli, visto che siamo in 208 (paesi nella Fifa). In Germania, per esempio, nemmeno ne parlano, questo per dire che non possiamo cambiare il calcio in base alla nostra dimensione. Il pallone è proprietà di tutti, e di questo non possiamo tenerne conto»