Campionato 02/12/2010 12:46

Sciopero, ODDO: "Non sono d'accordo, ma aderirò" - MOGGI: "Un dipendente non può dettare legge nel luogo di lavoro"

«Non si vogliono capire le nostre argomentazioni - spiega il difensore del Milan - non si è mai trattato di un problema economico, è sbagliato parlare di categoria di milionari, bisogna parlare dei diritti dell'uomo, che sono imprescindibili, senza fare distinzioni sul tipo di lavoro e sugli ingaggi». «Ritengo che non si possa andare alla guerra - insiste Oddo che circa tre mesi fa era invece su tutt'altre posizioni -, ma che siano necessarie nuove proposte che possano andare bene ad entrambe le parti, senza scioperi». Sul contenzioso che divide Lega e Aic - in particolare i fuori rosa e il 'trasferimento coattò - Oddo osserva che «i contratti vengono sottoscritti in libertà e i presidenti avallano le richieste dei giocatori e, come in ogni rapporto di lavoro, si assumono un rischio di impresa. Non capisco perchè si debba costringere un giocatore ad andar via quando magari il tesserato può avere problemi personali o familiari che non gli consentono lasciare la à nella quale gioca. Piuttosto spetta al giocatore scegliere la nuova squadra. Quaranta anni fa il calciatore era di proprietà del club e veniva spostato in qualsiasi momento, non vedo perchè dobbiamo fare un passo indietro di 40 anni. Sappiamo che nel calcio c'è bisogno di un cambiamento per andare avanti, ne siamo consapevoli e siamo prontissimi a farlo, ma bisogna tenere in considerazione i nostri diritti». Oddo conclude parlando però anche dei comportamenti dei tesserati nei confronti delle società: «Chi sbaglia paga, un giocatore rappresenta la propria società e se sbaglia deve pagare, è sempre stato così e lo sarà sempre».

 

«È folle pensare che un dipendente possa dettare legge nel luogo di lavoro. Per questo considero lo sciopero dei calciatori sbagliato e inopportuno. Soprattutto considerando il momento che stiamo attraversando». Luciano Moggi, ex della , si esprime così sullo sciopero proclamato dall'Associazione italiana calciatori (Aic). «Facile immaginare che considerazione possa avere l'opinione pubblica di uno scioperante che guadagna 4 milioni di euro. È evidente che i calciatori hanno alzato la cresta e che qualche passo indietro debba essere fatto», dice Moggi a KlausCondicio, il salotto televisivo di Klaus Davi in onda su YouTube. «Ai miei tempi con i giocatori non abbiamo mai avuto problemi. La società ovviamente riconosceva ai giocatori i loro diritti ma aveva anche dei doveri. C'era un rapporto bilaterale che funzionava a meraviglia. C'era rispetto reciproco», aggiunge. «Oggi -osserva- se una società decide di cedere un calciatore perchè magari non si è integrato nella rosa succede anche che questo faccia dichiarazioni contro la società che gli dà lavoro. Devo dire che io mi sono sempre comportato bene con i giocatori, ma anche loro si sempre sono comportati bene con me».

(ansa)