Campionato 23/04/2010 19:04
Campionato, Del Neri: "Roma-Samp come Roma-Lecce dell'86? Non credo proprio"
Partiamo dall'importanza di questa partita, la quartultima di una serie di finali. Finale particolarmente difficile, visto che si va in casa della prima della classe...
«Questa gara è tanto importante quanto le altre tre. Sarà davvero fondamentale perché affrontiamo una squadra imbattuta in casa, che ha recuperato tanti punti all'Inter e che ora è prima in classifica. Contro la Roma avremo grandi motivazioni: su tutte quella di mantenere il quarto posto. Sarà senza dubbio difficile, ma, se vogliamo rimanere dove siamo, bisogna affrontare partite di questo tipo».
La Roma la giocherà per lo Scudetto, voi per la Champions. Quanto vale la gara dell'"Olimpico"?
«Vale tanto per entrambe le squadre, che hanno varie cose in comune: nessuna delle due ha infatti cominciato la stagione con l'obiettivo primario che punta ora a raggiungere ed entrambe sono arrivate a questo grazie al buon gioco, che ha fruttato una continuità di punti».
La Samp arriva alla trasferta di Roma dopo aver battuto squadre come Inter, Fiorentina, Juventus e Milan. Avete adesso più consapevolezza dei vostri mezzi?
«A questa lista inserisco anche il Genoa, che è una squadra di livello in lotta per l'Europa League. Queste partite comunque hanno senz'altro contibuito a darci la dimensione giusta e ci hanno inoltre permesso di capire a cosa possiamo aspirare e cosa possiamo ottenere. Non è un caso che siamo arrivati qui: ci siamo arrivati per gradi, convincendo sempre in ogni nostra gara».
Mercoledì il Barcellona ha perso contro l'Inter pur avendo avuto l 70% di possesso palla. Si può dunque sopperire alla tecnica col sacrificio?
«Esattamente. E, in particolare, martedì si è visto che fino a quando l'Inter ha mantenuto la giusta intensità, ha messo sotto scacco il Barcellona. La Sampdoria deve fare come i nerazzurri, sfruttando al massimo le proprie qualità come il gioco e la forza del gruppo. Contro tutte le squadre, la tecnica si combatte con la corsa e l'abnegazione».
I giallorossi si presentano al match di domenica dopo aver speso molte energie, fisiche e nervose, sia nel derby che in Coppa Italia. Può essere un vantaggio per voi?
«Energie del genere le abbiamo spese anche noi contro il Genoa e col Milan e ne siamo usciti fuori bene. I giallorossi, inoltre, sono più abituati a questo tipo di tensioni, hanno più esperienza e saranno sicuramente motivati perché per loro, come per noi, è una partita chiave».
Un'eventuale vittoria nella capitale sarebbe già decisiva in ottica Champions?
«Ora come ora, i risultati non sono ancora decisivi, ma di certo una vittoria all'"Olimpico" ci permetterebbe di mantenere il quarto posto come obiettivo primario. Credo sarà una lotta a quattro: in questa sfida inserisco noi, il Palermo, il Napoli, e anche la Juventus, perché finché la matematica glielo permette, tutte queste squadre possono lottare per un posto al sole. In ogni caso, credo che tutto si deciderà all'ultima giornata».
Lei ha spesso dichiarato che si sente ex allenatore solamente di Chievo e Atalanta. La sfida di domenica rappresenta comunque qualcosa di speciale per lei?
«Sarà una sfida importante perché si affrontano due squadre che sono in forma splendida. A Roma ho passato cinque mesi, che sono stati importanti soprattutto in un quadro di costruzione di squadra, ma non sono paragonabili ai miei anni a Verona e Bergamo. Tutte le esperienze sono positive comunque, e da ogni avventura passata l'importante è imparare qualcosa».
Le vittorie hanno portato grande entusiasmo all'ambiente blucerchiato. Come ha vissuto il Doria queste settimane?
«Gli ultimi risultati hanno dato grande credibilità alla nostra squadra e abbiamo visto anche domenica dopo la partita quanto è stato grande l'entusiasmo dei nostri tifosi. Loro nutrono grande rispetto per noi, sia per quanto abbiamo fatto finora, sia perché, in ogni caso, sanno che lotteremo fino all'ultimo per il nostro obiettivo. L'entusiasmo che si vive in città è giusto, perché la gente si sente gratificata da quanto compiuto da una squadra che sta facendo vivere ai tifosi un sogno, un sogno che viene cullato con la consapevolezza che può diventare realtà: ll'obiettivo di tutti rimane quello di dare il meglio di sé stessi; l sogno è il raggiungere un qualcosa che non era preventivato».
Molti voci di mercato si sono susseguite in questi giorni. La squadra è riuscita a chiudersi a riccio per concentrarsi al meglio su questo finale di stagione?
«Questo accade anche a gennaio, con l'apertura del mercato. I giornali sono fatti per essere scritti e la gente è fatta per leggere. Io, a dire la verità, leggo poco. L'importante è mantenere la giusta tranquillità e la consapevolezza che giochiamo e lavoriamo per l'Unione Calcio Sampdoria. Le firme tante volte non serve neppure metterle, perché spesso vengono stracciate il giorno dopo, quindi non ha senso preoccuparsi di questi discorsi».
Roma-Sampdoria, per certi versi, ricorda quel Roma-Lecce dell'86 in cui i giallorossi persero lo Scudetto. Che ne pensa?
«Non credo proprio, perché quel Lecce allora era già retrocesso, mentre noi siamo in corsa per un posto in Champions. La Roma domenica ci affronterà considerandoci una grande squadra, e non avverrà come contro quel Lecce. Per vincere le partite occorre infatti sempre mantenere la giusta applicazione anche mentale, e loro di certo giocheranno al massimo contro di noi. E proprio per questo motivo ritengo quella col Livorno la più difficile tra le nostre ultime partite».
Chiudiamo con un giudizio sulle dichiarazioni di Antonio Cassano, che ha detto di non aver condiviso alcune sue scelte ma l'importante è che ci sia rispetto. Che ne pensa?
«Antonio ha ragione, è ovvio che ogni giocatore non sia contento di stare fuori, ma la cosa fondamentale è che si faccia trovare pronto e giochi al massimo quando chiamato in causa. Così ha fatto lui in questo finale di stagione».
(sampdoria.it)