Campionato 02/05/2009 18:35

SPALLETTI: "Il mio futuro? Ne dovrò parlare col presidente a fine stagione"

Roma-Chievo, come si stimola la squadra in un momento così delicato e difficile?

"Mi sembra abbastanza facile. Le nostre aspettative erano diverse e di conseguenza bisogna cercare di vincere e di recuperare posizioni".

In queste ore si parla molto del suo futuro. Ai tifosi avrebbe detto che vuole restare a Roma. E' così?

"Con la dottoressa Sensi mi sono già incontrato un po' di tempo fa e giornalmente ho a che fare con PRadè e Bruno Conti, che sono i direttori all'interno di Trigoria. Con la dottoressa mi rivedrò a fine anno e poi si faranno i bilanci. Si tireranno le somme di quello che è stato il lavoro di tutto l'anno".

Quindi ad oggi non si può sbilanciare? Meglio aspettare la fine dei giochi?

"Si fa così. Come in qualsiasi azienda. Dobbiamo fare delle valutazioni, vedere le responsabilità. E di conseguenza tireremo le somme".

Come si spiega l'interruzione del ritiro? E' vero che non è stato interpellato nè sulla scelta del ritiro né sulla scelta di interromperlo?

"Penso sia legittimo intervenire da parte della società. Per certi versi è anche comprensibile, visti poi l'amore, l'impegno e i soldi che vengono in questa situazione. Nel momento in cui i risultati non vengono c'è da considerare anche una reazione, o uno scatto. Poi lo sapete come la penso sui ritiri e le punizioni. Credo sia meglio coinvolgere, parlare. Però poi una reazione del genere si può capire. Proprio in funzione dell'impegno che la dottoressa ha fatto vedere. Uno scatto che ci può stare. Può essere paragonata all'espulsione di un giocatore che vuole fare risultato, non ci riesce e va al di là di ogni ragionamento. A caldo ci può stare".


Lei non è stato interpellato nemmeno sull'interruzione del ritiro?

"Non conta. Perché dovrei essere interpellato? E' una decisione della società che ritengo comprensibile e legittima. Per quanto riguarda l'interruzione c'è stata un'iniziativa dei calciatori di fare questa richiesta. Io la interpreto come una spinta a prendersi delle responsabilità importanti. Quello che hanno fatto i ragazzi è da apprezzare, proprio per quello che sono andati a dire. Hanno avuto un dialogo molto schietto e molto diretto con la dottoressa. Mi sono sembrati molto sereni al loro rientro".

Lei si ritiene un tecnico emergente?

"Mi ritengo Luciano Spalletti, figlio dei miei genitori e che fa l'allenatore. Poi metticelo tu quello che sono".

Che settimana è stata per la Roma e per lei?

"C'è tanta amarezza a causa degli ultimi risultati che abbiamo fatto. I ragazzi hanno parlato e, per quelle che sono state le iniziative prese, sino resi conto di dover mettere qualcosa in più e di dover esibire una reazione. Ora si va a giocare una partita non facile e appunto per questo i ragazzi si sono presi le loro responsabilità".

Si dice che il ciclo di Spalletti alla Roma sia finito. Lei che ne pensa?


"Qualcosa è cambiato: prima si facevano risultati migliori e adesso peggiori. Questo è quello che fa la differenza, soprattutto in una à come Roma dove la forza predominante sono i tifosi. Alle volte in campo si dà tutto, ma i risultati non arrivano. Questo bisogna accettarlo".


Non crede che da parte della società non ci sia più quella fiducia di prima?

"A me non ha detto così".

Ma il tecnico non dovrebbe essere coinvolto nella decisione di mandare la squadra in ritiro?

"Io faccio parte della squadra, del gruppo. Quando si prendono gol e tante espulsioni sono il primo ad essere chiamato in causa. Devo adeguarmi alle prese di posizione della società e basta".

Che bilancio può tracciare di questa stagione?

"il bilancio lo faremo alla fine. Adesso abbiamo avuto dei risultati difficili e bisogna far vedere serietà, impegno, professionalità. Dobbiamo cercare di migliorare la nostra posizione e fare più risultati possibili, con rispetto verso i nostri sportivi".