Campionato 16/05/2009 00:02

E’ Zenga il profeta del miracolo siciliano

Il Catania, pur perdendo ben 5 delle ultime 6 partite, domenica scorsa si è salvato mate­maticamente grazie ai risultati delle formazio­ni ancora coinvolte nella lotta per la salvezza. Ma se questa vacanza è vera, e se si prolunghe­rà fino all’ultima giornata, lo stabilirà la parti­ta con la Roma, altra avversaria dotata di mag­giori stimoli, essendo ancora in corsa per un posto in Europa League. Forse la squadra ha dato più di quanto aveva dentro e, giunta a un altro traguardo straordinario, dopo quello del­l’anno scorso, si è fermata, esausta e sfibrata dalla lunga corsa. Per questa ragione, ma an­che per il risultato finale e per il gioco espres­so durante l’anno, ci sono sembrati ingenerosi i fischi della gente dopo la sconfitta con la Fio­rentina.

IL VALORE ZENGA - Il personaggio della stagio- ne catanese è di nuovo Zenga, arrivato alla se­conda salvezza consecutiva con la squadra che Pulvirenti gli aveva affidato a metà del cam­pionato scorso. Per certi tratti della stagione, è stata una delle formazioni più interessanti. Bizzarri, Mascara, Giacomo Tedesco, Biagian­ti e il giovanissimo Morimoto hanno trasfor­mato il Massimino in una specie di fortino del­la squadra. In casa, il Catania ha conquistato la salvezza. In trasferta, invece, ha sofferto trop­po la pressione degli avversari, come suggeri­scono alcuni dati della sua classifica: 10 vitto­rie sul proprio campo, appena una fuori casa. Ma quell’unica vittoria è entrata nella storia del Catania. Ancora oggi sono nella mente di tutti i catanesi le immagini del pullman della squadra circondato da tifosi impazziti per la vittoria e i quattro gol segnati alla Favorita contro il Palermo. Anche per questo i fischi di domenica scorsa erano fuori luogo.

Zenga ha dato al Catania un gioco, un’identi­tà e un carattere: prima di raggiungere la sal­vezza la squadra non si è mai smarrita, non ha mai dato la sensazione di rischiare scivoloni verso la parte più bassa della classifica. Per questa ragione, dopo i successi nell’Europa dell’Est, oggi l’ex dell’Inter e della Na­zionale ha finalmente il mercato che si merita.