Campionato 09/01/2009 10:05
Riise: "Roma, non temere, io ho già battuto Kakà e compagni"
Da idolo della Kop a beniamino della Curva Sud, da «You'll never walk alone» a «Roma, Roma, Roma». Giudizi?
«La Kop è famosa in tutto il mondo così come l'inno, ma ho scoperto che il tifo giallorosso è allo stesso livello».
In questi mesi, però, ha subito più critiche che elogi: mai avuto la tentazione di andarsene?
«No, anche se capisco che faccia effetto vedere un calciatore di un certo nome come me andare in panchina. Ma mi conosco e so che avevo bisogno di alcune settimane per conoscere i compagni e capire il vostro calcio. Vero che in Premier si corre tantissimo, ma sono forte fisicamente e niente affatto logoro. Ora sto bene».
Benitez e Spalletti: idee?
«Il primo è un allenatore molto tattico e tranquillo; l'altro più portato a mostrare le proprie emozioni, ma sono entrambi bravissimi».
Sa che per i bilanci della Roma è fondamentale arrivare fra le prime quattro?
«Sì, e ce la faremo. Ora stiamo giocando bene e abbiamo cominciato a vincere, quindi...».
Chi vince il campionato?
«L'Inter è la più forte, e poi ha Mourinho che è un grandissimo allenatore, sa quello che vuole e non ha mai paura di dire quello che pensa. Voi giornalisti sarete contentissimi...».
Contenti anche delle tripla sfida Italia-Inghilterra in Champions: lei che ne pensa?
«Nessuna delle 6 ha un vantaggio sull'altra: 50 e 50. Quasi quasi vorrei fare il tifoso e vedermele tutte in tv».
Bel vantaggio però per la Roma giocare contro l'Arsenal senza Fabregas?
«Lui è il più forte, ma occhio anche a Van Persie e Walcott. Loro hanno 4-5 giocatori in grado di fare sempre gol».
C'è il Milan delle stelle: paura?
«Macché paura. Un calciatore vive per giocare contro Kakà, Ronaldinho, Beckham».
Come giudica sir David?
«È un mio idolo. Ha tanta di quella pressione addosso, soprattutto nella vita privata, che è un miracolo riesca a giocare. È un gentiluomo».
Se le diciamo Milan...
«...penso alle due finali: Istanbul e Atene. Siamo 1-1, ma la prima credo sia stata la più bella finale disputata».
Vero che nell'intervallo avevate sentito i rossoneri che festeggiavano?
«Io no, ma è possibile. Loro sul 3-0 credevano di avere già vinto, ma noi ci siamo detti: "Segniamo un gol e cambia tutto". È andata proprio così».
Da straniero, che impressione le dà giocare contro la squadra di proprietà del Premier?
«Sensazione strana, sarebbe come se in Inghilterra avessi giocato contro un club di Blair, ma non ci penso».
Perché la Premier è il miglior campionato del mondo?
«Semplice: calcio spettacolare, tifo appassionato e stadi pieni perché senza violenti».
Chi è il più forte calciatore con cui ha giocato?
«Il compagno migliore è stato Gerrard: è perfetto, sa fare tutto. Da avversari, direi Kakà, Cristiano Ronaldo e Messi. Poi qui a Roma c'è Totti e De Rossi che sono conosciuti, ma la vera rivelazione per me è stata Aquilani: un fenomeno, ed è giovane».
Cambiamo pagina: la sua attualità è?
«La guerra fra israeliani e palestinesi. La seguo perché ci sono due medici norvegese che scrivono reportage per i nostri giornali. Non parteggio per nessuno: vorrei solo la pace».
Differenze tra i quotidiani italiani e inglesi?
«Quasi nessuno: tutti danno tanto spazio al calcio. Anzi, i vostri sono meglio perché c'è meno gossip».
Ma i calciatori della Premier sono così erotomani come scrivono i tabloid inglesi?
«Guardi, i calciatori sono uguali dappertutto. Per me poi i single possono fare ciò che vogliono, la cosa cambia invece per gli sposati».
A proposito: meglio le donne inglesi o italiane?
«No comment. Anzi, le migliori sono le norvegesi...».