Campionato 15/01/2009 12:03

Pochi palloni, tanti errori e fischi: era Antonio Cassano


Quella di Antonio e del pubblico romanista è invece la nemesi del "c'eravamo tanto amati", dove il tradimento non può evidentemente trovare perdono. E dove chi ha tradito sfugge le occasioni che vorrebbero che ci si rincontrasse. Non è un caso che la sorte, e in qualche misura lo zampino dello stesso giocatore, abbiano fatto sì che il suo ritorno a Roma, contro i giallorossi - da quel gennaio del 2006, quando partì alla volta di Madrid - si sia reso ogni volta difficile. Dall'inopinata (guarda un po'…) che lo scorso anno non gli permise di essere della partita, alla bufera dello scorso 29 ottobre, quando Cassano è tornato a mettere piede sul terreno dell'Olimpico ma soltanto per sei minuti. Lui e Francesco, quasi miracolosamente l'uno di fronte all'altro. Una sorta di maledizione che anche stavolta non li ha voluti a confronto. E allora, ci pensa ancora la curva a ribadire "Un capitano, c'è solo un capitano…", rivolta al proprio unico gladiatore, seduto in tribuna. Ad Antonio, invece, il pubblico non risparmia nulla. Anche quando, al 9°, va giù, colpito duro da , e gli riserva il "devi morire, devi morire…" che da tempo non ascoltavamo più allo stadio. Ma l'amore-odio, si sa, si manifesta anche così. E a un'amante tradita non puoi chiedere di controllare razionalmente le proprie emozioni.


Cerca di farlo Antonio. Che stasera sorride. In maniera anche un po' forzata. Lo fa salutando alcuni degli ex compagni, come Taddei, prima della partita, e anche quelli, come Cicinho, che hanno condiviso con lui un'altra maglia (a Madrid, ndr). Sembra quasi un modo per dissimulare l'imbarazzo e, forse, esorcizzare quei fischi e quei cori. Conoscendolo, ci è difficile credere che, benché se li aspettasse, abbia potuto farseli scivolare addosso e non gli abbiano fatto male. Ma siccome pentimenti e rimpianti devono giustamente restare confinati alla sfera personale, l'unico augurio che possiamo fargli è che non debba davvero provarne. Potrebbe essere dura, anche per chi, una volta, ha pensato di poter fare a meno di quell'affetto e quel calore smisurati.