Altre 11/11/2025 11:40
Totti: "Mourinho numero uno, ha riportato un trofeo a Roma dopo tanto tempo. Il prossimo scudetto? Nell'anno del centenario..." (VIDEO)
BETSSON.SPORT - Francesco Totti e Marco Materazzi sono i protagonisti del nuovo format "AperiTotti" condotto da Pierluigi Pardo e tra i vari temi trattati il Capitano si è soffermato anche su Carlo Mazzone e José Mourinho. Ecco le sue parole.
Avresti potuto vincere di più...
"Ci chiamavano eterni secondi. Una volta c'era la Juve, una volta l'Inter, una volta il Milan...".
Il cucchiaio a Inter-Roma?
"Ho fatto 5/6 carini nella mia carriera. Lo scavino a Julio Cesar è stata una cosa istintiva. Dopo un contrasto a metà campo ho iniziato a puntare Materazzi, il quale continuava a indietreggiare. Poi è stato bravo Mancini a fare il taglio e a farsi seguire, io ho fatto finta di calciare forte e ho fatto il cucchiaio. Se avessi calciato forte Materazzi l'avrebbe intercettata in scivolata".
Quanto ha inciso l'istinto nella tua carriera?
"Tanto. Giocando in quel ruolo l'istintività è tutto per un giocatore, quando sei libero e incosciente fai qualcosa di diverso. Alcuni mister volevano che facessi determinate cose, Zeman era il più preparato e chiedeva tagli e palla dentro. Zeman è stato l'artefice di tutto, ha contribuito tanto alla mia crescita. Sotto il punto di vista fisico mi ha cambiato tantissimo".
Mazzone?
“Mi ha dato l'impronta giusta. Sono stato fortunato a trovarlo al momento giusto, avevo 17 anni. Mi ha gestito a 360 gradi e per me è stato perfetto”.
Come era Ronaldo 'Il Fenomeno'?
"Dopo Maradona è stato il più forte di tutti i tempi. L’unico dispiacere è non averci giocato insieme, sarebbe stato un sogno".
Con Cassano hai fatto delle cose discrete...
“Sono giocatori diversi, ma con lui mi sono divertito tanto. Giocavamo a occhi chiusi. L’ho cresciuto appena arrivato, lui venne alla Roma per me. Io l'ho un po' indirizzato su come muoversi a Roma. Antonio è espansivo, dice quello che pensa e l'ha fatto anche con Batistuta e Sensi. E' un po’ troppo diretto”.
Cosa mi manca?
"Lo spogliatoio, il ritiro, le ca***te che facevamo. Però quando stavamo in ritiro ci rompevamo, ma sono quelle cose che andando avanti con il tempo le rifaresti".
Il Mondiale del 2006?
"Se non ci fossi stato io ci sarebbe stato qualcun altro e avrebbero vinto ugualmente. Il gruppo era solido e unito, c'era anche un grande allenatore".
Il ruolo di Lippi?
“Mi ha aspettato dal giorno stesso dell’infortunio. Mi ha scritto subito e il giorno dopo è venuto a Villa Stuart. Ogni settimana veniva a Trigoria per sapere come stessi, mi chiamava tutti i giorni. I tempi erano molto stretti, ma tra fortuna e bravura dei dottori siamo riusciti a tornare in tempo”.
Non eravamo favoriti in quel Mondiale...
"Dopo Calciopoli noi ci siamo uniti ancora di più, era un disastro".
Il tuo rapporto con Nesta?
"Ci sono cresciuto insieme, abbiamo fatto le giovanili di Roma e Lazio e abbiamo fatto lo stesso percorso dai 12 anni in su. Ragazzo eccezionale e uno dei centrali più forti al mondo. Ti trasmetteva positività e tranquillità. Non ci siamo mai frequentati, uno era a Roma Nord e l'altro era a Roma Sud. Ma soprattutto non era aria, era anche per rispetto della gente".
Ripensi al passato?
"Le trasferte e i viaggi sono quelle cose che ti porti dietro e difficilmente dimentichi. Non c'era la tecnologia...".
L'ansia prima della finale?
"Lippi ci disse che potevamo fare anche le 5/6 di mattina, ma alle 9 dovevamo stare in campo e nessuno poteva dire di essere stanco".
Il gol di Materazzi in finale?
"E' saltato 7 metri, è arrivato sopra la traversa (ride, ndr)".
Dybala straordinario dal punto di vista della qualità, anche se è un po' fragile. Soulé sta crescendo bene?
"Sta facendo grandi cose. Sono contento perché se lo merita. È forte di testa, è cattivo sotto quel punto di vista. Adesso sta bene fisicamente e con Paulo (Dybala, ndr) potrebbero fare grandi cose. Se facessero più partite insieme sarebbe meglio. Parlando la stessa lingua, sarebbero un po' come io e Cassano".
Il Napoli ha vinto due scudetti negli ultimi anni: perché non è successo a Roma?
"Sono quasi due piazze simili. De Laurentiis ha fatto un grande lavoro, ha preso un grande allenatore che ha voglia di vincere e ha sempre vinto. E' stato come un puzzle e in quei contesti puoi fare bene. Conte è un allenatore che si può permettere di fare tutto, come Mourinho e Capello. Quando arrivano, oltre alla squadra, hanno forza e se prendi questi personaggi vuol dire che vuoi vincere senza perdere tempo. Si tratta di un messaggio forte. In un contesto annuale ci sta avere alti e bassi, ma quando si hanno personaggi così carismatici e forti è difficile che hai problemi nel quotidiano. Questi allenatori hanno carta bianca su tutto, giustamente".
C'è stato un momento in cui la Roma soffriva tanto a San Siro...
"Magari un momento, è durato 20 anni (ride, ndr). C'è stato uno switch negli ultimi 5/6 anni. Nell'anno dello scudetto abbiamo perso due partite e arrivarono entrambe a Milano, 3-2 contro il Milan e 2-0 contro l'Inter".
Cristiano Ronaldo o Messi?
"Se parli male di Cristiano Ronaldo vuol dire che sei invidioso. Per me Maradona è il calcio e fa parte di un'altra categoria, poi c'è Ronaldo 'Il Fenomeno'. Infine vengono Cristiano Ronaldo e Messi, che sono uguali".
Il prossimo scudetto della Roma quando arriverà?
"Nell'anno del centenario...". Interviene Materazzi: "Quando Totti torna a Trigoria".
Gasperini tanta roba...
"Buon allenatore, speriamo che possa continuare su questa strada".
Il periodo di Mourinho alla Roma?
“Top, numero uno. In due anni che è stato qua ha fatto due finali: una l'ha vinta e una l'ha persa. La seconda l'ha persa male... Però ha portato un trofeo europeo a Roma dopo 30 anni”.