Altre 16/10/2024 06:00
Moda e sostenibilità: i brand più attenti alla sostenibilità ambientale
La sostenibilità ambientale è un argomento che ormai tocca trasversalmente diversi settori e che ha coinvolto anche attività che operano esclusivamente online, come ha dimostrato ampiamente VulkanVegas, una delle società leader del gioco online. L’attenzione al risparmio energetico, la garanzia della parità salariale, l’impronta di carbonio sono tutti aspetti che attengono al rispetto dell’ambiente in senso ampio.
Anche industrie che sembravano immuni dalla responsabilità ambientale hanno invece mostrato tutta la loro esposizione a un tema tanto attuale e importante, come il settore moda. Negli ultimi decenni, si è diffuso un trend che ci ha consentito di vestirci in maniera sempre diversa a costi quasi irrisori: abbigliamento di scarsa qualità disponibile a poco prezzo, per un utilizzo quasi usa e getta.
Nel tempo ci si è resi conto che, se a livello personale si verifica un risparmio, questo viene addebitato con gli interessi a carico dell’ambiente. Per renderci conto di quanto anche l’abbigliamento impatti sull’inquinamento e sullo spreco, basti considerare che, per la realizzazione di un paio di jeans sono necessari quasi 8 litri di acqua, oltre al consumo di ulteriore acqua, energia elettrica e altri materiali durante la produzione.
Di conseguenza, molti brand hanno deciso di svoltare a favore di una produzione più sostenibile. Ma il settore moda in generale è cambiato, perché le scelte dei consumatori sono diventate più consapevoli.
La moda “zero waste”
“Zero waste” è una filosofia di produzione che mira a creare capi di abbigliamento che puntano più alla sostenibilità ambientale che ai bassi costi di produzione. I punti fondamentali su cui la moda a zero spreco si focalizza sono il processo produttivo, la riduzione dello spreco dei materiali e l'utilizzo di tessuti riciclati o che comportino un minore impatto sull'ambiente.
Il movimento zero waste è stato sostenuto agli inizi da aziende di piccole e medie dimensioni, dato che il loro processo produttivo è più ridotto e quindi più facilmente modificabile. Le grandi aziende hanno fatto più fatica ad adattarsi, sia per le maggiori difficoltà di cambiamento strutturale che per un'attenzione secondaria a determinati argomenti.
Sono stati però gli stessi consumatori a chiedere un diverso approccio al settore dell’abbigliamento, attraverso pratiche considerate ormai imprescindibili:
Tra i brand che più hanno aderito a questa nuova filosofia produttiva vanno menzionati:
Il ruolo dei consumatori
Innanzitutto, l'attenzione si è posta sull'origine dei materiali. Anche a scapito di prezzi più elevati, gradualmente abbiamo assistito a un maggior favore per materiali e capi di abbigliamento che vengono prodotti secondo pratiche ecosostenibili, che difficilmente vengono implementate da Paesi che lavorano a costi irrisori.
Internet ha giocato un ruolo fondamentale per la diffusione di informazioni, che riguardano gli stessi processi produttivi. Capire la differenza tra una tecnica che utilizza meno sostanze chimiche e una tradizionale è fondamentale affinché un comportamento attento all'ambiente venga adottato anche nel lungo tempo e non rappresenti solo una moda passeggera.
Anche la blockchain, una delle ultime innovazioni dal punto di vista della tecnologia, ha facilitato la tracciatura dei processi produttivi, riducendo il rischio di manomissione dei dati e infondendo maggiore fiducia nei processi produttivi equi.
Il fenomeno che forse più di tutti ha inciso sul modo di vivere la moda è il vintage, ovvero il riutilizzo di capi usati. Se un tempo c'erano i mercatini dell'usato, in cui la scelta era limitata e il trend del riutilizzo non ha mai fiorito, oggi le cose sono cambiate.
Sempre grazie alla tecnologia e alla possibilità di scaricare app appositamente create, oggi l'acquisto dell'usato è diventata una pratica standard. Lungi dall'essere stigmatizzato com'era fino a qualche anno fa, oggi c'è una vera e propria caccia all’occasione, per unire stile, risparmio ed ecosostenibilità.