Altre 14/11/2021 15:24

Nainggolan: «L'Italia un capitolo importante ma ora sono tornato a casa. Vivo la mia vita, non devo essere un santo»

nainggolan-antwerp_nainggolan_antwerp_udev1987b4431si8tdzz2qt4b

GAZET VAN ANTWERPEN - "Ancora tre settimane e poi potrò guidare di nuovo da solo". Esordisce così  nell'intervista rilasciata all'edizione odierna del quotidiano belga. L'ex romanista, tornato in patria e ora in forza all'Anversa, parla subito della patente ritirata qualche settimana fa per eccesso di velocità e positivitàb all'alcol test. "Davvero, non ci perdo il sonno. Nel mio periodo in Italia è andata anche peggio. Adesso lo so: è sempre stato così e devo solo accettarlo. Non cerco più di difendermi".

"In realtà, nessuno ha niente a che fare con quello che faccio o non faccio. Vivo la mia vita quotidiana come penso che dovrei fare e faccio quello che mi fa stare bene. E cerco di fare il mio lavoro, giocando a calcio, nel miglior modo possibile. Posso essere criticato su questo, perché è quello per cui vengo pagato. Non sul resto. Devo essere santo perché sono un calciatore?".

"Quando avevo 16 anni sono partito e sono andato da solo in Italia, a Piacenza. Per me è stata una scelta ovvia. Ho potuto guadagnare subito, circa 1.500 euro al mese. Erano un sacco di soldi per un sedicenne e sono stato anche in grado di aiutare un po' la mia famiglia - prosegue - . Quel contratto, quello stipendio, era l'unico motivo per cui me ne sono andato da giovane. Se il Germinal Beerschot mi avesse proposto un contratto simile in quel momento, sarei potuto restare in BelgioL'Italia sarà sempre un capitolo importante della mia vita, ma ora mi sento come se fossi tornato a casa. E magari resto qui, per sempre. Forse quella sensazione mi darà anche la pace di cui avevo bisogno".

Clicky