Altre 09/02/2021 12:41
ZANIOLO: "La Roma mi ha cambiato la vita, come posso non amarla? Ce la metterò tutta per arrivare all'Europeo al 100%, Ibrahimovic un esempio"
ICON - Nicolò Zaniolo, alla rivista che si occupa di tendenze e lifestyle, ha raccontato il suo rapporto col club giallorosso: "La Roma mi ha cambiato la vita, in tutti i sensi. Mi ha preso da ragazzino e mi sta facendo diventare uomo, mi ha dato l’opportunità di giocare, mi ha regalato tutta questa popolarità. Come posso non amarla".
"Ma io non mi sento affermato, sento che ogni giorno devo lavorare per diventarlo: sono un ragazzo con tante potenzialità, ma che deve migliorare sotto tanti aspetti", ha detto. Parlando, poi, delle pressioni e delle aspettative il 22 giallorosso ha aggiunto: "Ma penso sia un aspetto positivo. Più attenzioni hai, meglio stai facendo in campo. Poi è chiaro che in una grande squadra come la Roma di pressioni ce ne sono di più che in una squadra normale: sta a me gestirle nella maniera giusta, e io lo faccio allenandomi sempre al massimo".
E ancora: "Avere mio padre affianco è stato un vantaggio, perché lui ha già vissuto tutte le cose che ora sto attraversando io. Mi ha aiutato molto, e tuttora i suoi consigli sono molto preziosi". "Sono state delle mazzate, ma devo dire che mi hanno fatto crescere da un punto di vista umano e caratteriale. Anche in riferimento al calcio: prima andavo in palestra perché me lo dicevano, ora ci vado un'ora prima, perché so che poi ne trarrò beneficio. Anche i piccoli particolari sono obiettivi che ti fanno migliorare", ha raccontato sugli infortuni subiti nel 2020. "Ce la metterò tutta per arrivarci al cento per cento, e poi provare a vincere", le sue parole in vista dell'Europeo.
Riavvolgendo il suo percorso nella Roma, ha invece detto: "Non mi aspettavo che succedesse tutto così in fretta, ma in fondo ci speravo". "A Firenze ero ancora un ragazzino, stavo bene, avevo gli amici - ha ricordato in riferimento al periodo in cui militava nelle giovanili della Fiorentina -. Avevo trovato la mia comfort zone. È stata una vera batosta quando mi hanno detto che non rientravo più nei loro piani: ho dovuto cambiare città, abitudini, lasciare tutto". Poi il passaggio alla Virtus Entella: "Sono arrivato l'ultimo giorno di mercato, con la squadra già fatta. Mi son detto: do tutto, altrimenti cambio mestiere. Alla fine ce l'ho fatta, ho trovato spazio e non sono più uscito, e da lì è iniziata la scalata". "È stato un rifiuto che mi ha scosso: ho capito che non era più soltanto un gioco. Sono stato bravo a rimettermi in corsa, a tirare fuori quello che avevo dentro. E ho scoperto che avevo ancora tanto da dimostrare e da imparare", così sul 'no' della Fiorentina.
Infine, l'arrivo alla Roma: "Lì ho capito che era cambiato qualcosa nella mia carriera. Fino a poche settimane prima mi allenavo con i ragazzini, adesso ero nello stesso spogliatoio di campioni come De Rossi, Kolarov o Dzeko. In un contesto del genere bisogna farsi trovare pronti: se prima davo dieci, adesso devo dare cento". "Due giorni prima della firma con la Roma mi arriva un messaggio da parte di De Rossi, che era capitano: 'Benvenuto in famiglia'. Ho subito capito che persona era, si è rivelato un campione dentro e fuori dal campo. Prima di arrivare a Trigoria credevo che i grandi calciatori non mi avrebbero dato retta: invece mi hanno sempre aiutato, dato dei consigli, e ancora oggi prendo esempio da loro, perché c'è sempre da imparare qualcosa", ha detto ancora.
Oltre al calcio, ha parlato anche di moda: "Mi è sempre piaciuta, anche se non sono un fanatico ci tengo a vestirmi bene. E poi Dolce&Gabbana è sempre stato uno dei miei marchi preferiti". "Di solito gioca alla Playstation, oppure le videochiamate con gli amici. Ma la mia routine è casa-lavoro costantemente, ancor di più adesso con la pandemia".
"Da bambino ho sempre ammirato Kaká: aveva tutto, corsa, dribbling, come modo di giocare mi ispiravo a lui. Adesso il mio riferimento è Ibrahimovic: vorrei essere come lui, un giorno vorrei scrivere pagine importanti come ci è riuscito lui. È un esempio anche come leader e trascinatore: in futuro mi piacerebbe aiutare i più giovani, quelli che arrivano in prima squadra, e farli arrivare in alto", ha concluso.