Altre 08/02/2021 21:46
De Rossi difende Fonseca: "Metterlo in discussione è pura follia"
Daniele De Rossi, ex capitano della Roma, è intervenuto durante una diretta sul canale Twitch di Christian Vieri insieme ad Antonio Cassano, Lele Adani e Nicola Ventola. Queste le parole dell'ex numero 16 giallorosso:
Domanda di Cassano: Il corso da allenatore?
Prosegue bene, purtroppo siamo davanti ad uno schermo 4 ore al giorno. come in ogni scuola alcune lezioni ti prendono di più, altre meno. Si è creato un gruppo Whatsapp della classe che dà gradi soddisfazioni (ride, ndr).
Domanda di Cassano: E' stato detto che eri vicino ad allenare la Fiorentina. Saresti stato pronto?
Finchè non inizi non lo sai se sei pronto. Non lo ero legalmente. mi mancava il patentino. Io penso che ci devi provare. Pirlo? Già uno che ha il coraggio di prendere in mano una situazione del genere vuol dire che è pronto
Domanda di Cassano: Hai già l'idea del tuo calcio?
Non c'è da inventare nulla, c'è da prendere vari spunti. Per me il più forte è Guardiola, purtroppo non tutti sono bravi come lui e questo è un limiti perchè in molti lo scimmiottano senza riuscire ad eguagliarlo. Comunque se dovessi iniziare mi piacerebbe iniziare da quell'idea lì. Lui ha cambiato il calcio, lo ha fatto con una grande squadra, col giocatore più forte del mondo, ma le sue idee sono uniche. Anche giocatori come Messi hanno beneficiato delle sue idee
Domanda di Cassano: Spalletti è quello che ti ha influenzato maggiormente, soprattutto nella sua prima esperienza?
Anche nella seconda sua esperienza a Roma ho trovato un tecnico fortissimo. E' nettamente uno dei più forti che mi abbia mai allenato. E' un tipo diretto, forse troppo diretto e tu lo sai bene (ride, parlando con Cassano ndr), ma ho un bel rapporto con lui. A livello di campo, di idee è molto forte. Mi spiace non abbia avuto un'esperienza in una big, una consacrazione. Ne ho avuti tanti che mi hanno influenzato. Io ho avuto anche Capello, Lippi, che hanno fatto un calcio di un’altra generazione, ma che hanno fatto la storia del calcio. Erano completamente diversi come approccio. Spalletti l’ho avuto per più anni di altri, ma ci sono anche Simeone o Klopp che hanno usato altre filosofie rispetto a Guardiola ma di rispettare.
Domanda di Cassano: Luis Enrique?
Alla Roma aveva una squadra buona ma non fortissima. Quando si parte con un'idea e con un progetto non puoi dare 10 mesi a un allenatore. Se ne è voluto andare lui e questo non glielo perdonerò mai. Ci era entrato dentro in pochissimo tempo. Il primo giorno dopo qualche esercizio ha preso il pallone e ci ha detto "Giocate. Prima devo capire il vostro livello, poi subentro io". Noi facemmo una partitella come alla scuola calcio: tutti dietro al pallone. Secondo me era scattato qualcosa in quella squadra, se fosse rimasto ci saremmo divertiti tanto
Domanda di Cassano: Gattuso?
Non lo vedevo allenatore, invece è uno dei più forti
Domanda di Vieri: Fonseca? Lo vogliono mandare via da due mesi ed è terzo in classifica... Non lo capiscono che serve tempo?
E' il paradosso della nostra città. Lui è quarto, ora la Roma ha Udinese e Benevento, magari tra 15 giorni sarà ancora più su. Mettere in discussione un allenatore terzo o quarto è pura follia. E' vero che con le big la Roma fa un po' di fatica, ma bisogna scindere: la società è dalla sua parte. Non ci si può accontentare di vincere solo con le piccole, bisogna ambire a qualcosa di più ma per il gioco e i risultati di quest'anno siamo in piena linea con le aspettative. Non ero d'accordo con chi dava la Roma settima o ottava, credo che Fonseca stia rispettando le aspettative.
Cassano: "Bisogna capire nelle piazze di Roma e Napoli che non partiranno mai coi favori del pronostico. La piazza deve tranquillizzarsi. Stiamo criticando un allenatore come Fonseca che sta facendo benissimo. Ogni volta bisogna cambiar tutto e buttare tutto a mare. Quando ci criticavano ai miei tempi io andavo avanti. Bisogna trovare giocatori con personalità forti, dei leader, e io non li vedo né nella Roma né nel Napoli".
Domanda di Adani: Villar?
E' forte. Mi è sembrato subito uno che sa cosa fare con la palla in mezzo ai piedi. All'inizio era stato un po' criticato, ho iniziato a guardarlo e secondo me avrà un ottimo futuro. Ma ci sono tanti centrocampisti bravi: Pellegrini ha fatto un grande salto in avanti, da trequartista sta facendo gare essenziali, è un altro che si sta ritagliando uno spazio importante
Domanda di Ventola: A Roma il problema è il derby...
Sì, è molto sentito ma penso che questa storia dell'ambiente romano sia un po' ingigantita. Il derby è una partita, finita quella ne giochi un'altra. Forse negli anni '80 era un problema, quando ho iniziato io c'era qualche contestazione ma credo che ora la situazione sia molto più tranquilla.
Domanda di Cassano: De Rossi ha una grandissima personalità, si sa confrontare. Ha due palle grandi. Ci vogliono personaggi come te, io non li vedo: Dzeko, Pellegrini, hanno personalità. Ma in quelle piazze lì devi avere due cog**** così.
Francesco (Totti, ndc) aveva una personalità grandissima in campo. È importante anche chi si fa dare la palla e non si nasconde mai. Non l’ho mai visto nascondersi, la palla scottava eppure lo trovavi sempre. Pirlo pure parlava con me perché eravamo in stanza insieme, ma era la stessa cosa, in campo si faceva vedere.
Domanda di Cassano: Non posso immaginare che quando le cose non vanno un Pellegrini o uno Dzeko attaccano al muro qualcuno.
Dico che ci sono dei ragazzi che hanno più personalità di quanta ne dimostrino fuori. Pellegrini sta facendo un cambio, sia da come cambia che da come gioca. Prima era più bello a vedersi, ora è ancora più utile. Come leadership? È un ragazzo che lo sta facendo, dopo il 3-0 nel derby si è messo la fascia di capitano, è entrato in campo e ha fatto partite buone. Non è un ca**sotto, poi ognuno sviluppa le proprie skill.
Domanda di Cassano: Com’è giocare col Boca?
Avevo una passione, ma dopo essere andato non pensavo mi prendesse così brutta. Il telegiornale subito dopo la cronaca parla del Boca. Mi sono innamorato però anche del River, poteva dar fastidio a tanti in Europa. Se la metti in Italia sta nella parte sinistra della classifica con la sigaretta. La gente era di estrazione sociale diversa, hanno un approccio simile ma è sempre l’uno contro l’altro. C’è grande contrapposizione, l’ho vissuto in maniera pura. Vivevo nel palazzo del presidente del River, non ho mai fatto fatica a riconoscere la grandezza del River. Però il Boca è una cosa enorme, bisognerebbe vivere lì per capire cos’è. Il presidente del Boca poi è diventato presidente della Repubblica. Basta dire questo. Ci sono tifoserie incredibili in Argentina, ci sono emozioni e colori che in Italia un po’ si sono persi. Nella Bombonera c’è qualcosa di diverso, riconosco la grandezza del River ma quando entri in quello stadio riconosci che la gente del Boca è diversa, sono un gradino sopra a tutti. La sera del Clasico è stata una delle emozioni più grandi della mia carriera: è da stupidi negare che è stata una sconfitta tosta a Madrid, io sono arrivato gli ultimi sei mesi e avevano nuovo staff e giocatori, hanno rimesso il Boca in piedi perché hanno un orgoglio, qualcosa di diverso dentro. Sento parlare di maglia, rispetto, amore, dei tifosi: lì ci credono. Sono una grande squadra, dal primo all’ultimo si buttavano su tutte le palle. Facevano la guerra in campo e i tifosi fuori. Quella partita l’abbiamo vinta 1-0 dopo l’andata persa 2-0, ma lo spettacolo è stato incredibile e indimenticabile. Ma meno importante di quello che è successo dopo il fischio finale: quello che fanno loro non lo fa nessuno. A Roma-Slavia Praga ero allo stadio con mio padre, era Coppa Uefa… I tifosi del Boca battevano le mani con gli occhi lucidi. Non ho sentito un fischio, un insulto. Se leggi i social si scatenano, tutto il mondo è paese, ma poi conta lo stadio, chi viene a sostenerti. E dobbiamo valutare quello anche quando si parla di ambiente in Italia. Sui social siamo tutti ultras, poi non sono gli stessi che scrivono che vanno in trasferta a sostenerti. Una volta abbiamo incontrato i tifosi prima del Clasico: sono venuti, delle facce anche particolari, ci hanno chiesto di fare una partita degna e con orgoglio. Ci hanno detto che erano una famiglia, pensavo a qualche intimidazione. Non erano ragazzini, hanno un modo diverso di fare le cose. Racconto un aneddono: mi chiedono più maglie del Boca che della Roma. Ho chiamato un dirigente del Boca chiedendo di comprare 60 magliette: ho chiesto di mandarmi l’Iban e avrei pagato. Mi ha detto che il presidente, con cui ho vissuto dieci giorni, che le avrebbe regalate lui. Mi hanno detto che ero un orgoglio del Boca, eppure sapevano che potevo permettermele 60 maglie. Sono gesti piccoli che ti fanno capire che lì è una famiglia. Lì non c’è Pallotta che vende a Friedkin, ci sono le elezioni e c’è un potere clamoroso. In quei giorni si parlava solo di elezioni. Non faccio campanilismo, il River lo stimo, il Superclasico al Monumental è stato clamoroso. Ma quelli del Boca sono diversi.
Domanda di Adani: Quando sento parlare del Boca, vedo qualcosa di diverso.
Io sono stato uno di passaggio, un testimone. Ma sono romano e romanista, il brivido che mi dà la Roma non me lo darà nessun’altra squadra al mondo. Ho fatto la scelta del Boca perché li rispetto e perché era un desiderio. Se mio figlio giocasse e mi dicesse di un’offerta del Boca gli direi subito “vai”. Non so quando tornerò, ho libertà di poter dire quello che penso, e sono pazzeschi in tutto. Spettacoli, rumori, colori, cose che non abbiamo in Italia. Anche per una questione di leggi: qui non si possono portare tamburi, migliaia di palloncini, qui è un po’ più ghettizzata la cosa.
Domanda di Adani: E il calcio non è così male in Argentina, no?
Gli argentini stessi pensano che il loro calcio faccia schifo, ma non è vero che è sempre così. Ci sono anche stadi molto brutti e squadre che giocano male, ma loro sono i primi che pensano di essere inferiori come calcio. E invece hanno strutture impressionanti, vere. Sono andato lì con un po’ di pregiudizio, dentro al campo non succede nulla. I giocatori hanno un calcio incredibile, alcune squadre sono più organizzate di altre ma come in Italia o in Inghilterra. Loro sono i primi che devono rendersi in conto che non c’è questo divario, ma lì c’è un calcio rispettabilissimo, non parliamo di terzo mondo.
Domanda di Adani: Com'è strutturato il settore giovanile?
Al Boca dai più piccoli ai più grandi, giocano tutti Boca-River a tutti i livelli. A 12 anni non dico che è come i grandi ma si prendono, si attaccano, c’è grande sportività. Il Boca ha un centro sportivo all’inglese, quindici campi, palestre, piscine, e il settore giovanile si allena lì. Poi c’è il centro sportivo dietro la Bombonera che profumava di storia, ma i ragazzi li vedi tutti i giorni.
Domanda di Vieri: Come hai iniziato con il padel? Cosa ammiri di Conte allenatore?
Qualche anno fa prendevo in giro Francesco (Totti, ndr), adesso vedo palline ovunque. Mia moglie mi ha visto che facevo eccentrica per i polpacci. Questa cosa me la faccio passare, guardo tre ore di calcio al giorno, e sceglierò il calcio. Qui a Roma ha preso tanto come sport. Giochi con ex calciatori, poi ti trovi quattro minuti di audio di disamina tattica. Io gioco, male, a sinistra. Conte? Mi è entrato dentro, l’esperienza insieme è finita con 50 persone a piangere in una stanza. Tutti a piangere per quanto ci eravamo uniti e per quanto ci dispiacque uscire con quell’avversaria. Ha trasmesso qualcosa di diverso, la gente l’ha capito, ed era tutto figlio dell’allenatore. Credo abbia continuato a farlo, alla Juve, al Chelsea. Quest’anno rischia di vincere all’Inter, lo stimo tanto a livello umano non solo per le vittorie e per il calcio che fa. Anche tatticamente lui è diverso da Guardiola, ma bisogna apprezzare chi arriva ai risultati in maniera diversa. Ho conosciuto l’uomo, particolare eh, sbrocca e fa casino quando perde ma è un uomo leale. Difficilissimo essere un suo giocatore ma è molto bello. Ti chiede il massimo, ti succhia le energie, ma è appagante. Mi ha sempre detto in faccia le cose, mi disse che se avessi continuato a giocare così non mi avrebbe portato agli Europei.
Domanda di Vieri: Cassano era pazzo?
Pazzo e così forte, è stato un privilegio. Oltre alle gioie, i soldi, ti restano gli aneddoti: lui dopo un po’ diventava pesante, la sua voce me la sognavo la notte. Ma le risate che mi ha fatto fare lui, sono irripetibili. Cose che non dirò mai.
Domanda di Adani: Conte quest’anno è obbligato a vincere, altrimenti diventa fallimentare.
Non è sbagliato. Ci sono tante squadre forti, la Juve ogni volta che fa le sostituzioni mi viene da pensare: “Come fanno a non vincere loro?”. Credo che dentro parli solo di vincere, lo chiedeva a noi di vincere anche se non eravamo fortissimi. Sa che si vince attraverso un tipo di atteggiamento. Lui ha vinto quando prima la Juve arrivava undicesima. Sa come si vince, ci sono gli avversari, ma per come si è messa la stagione è importante che riesca a vincere lo scudetto.