Altre 08/11/2020 21:30
Le Asl e gli stop 'alternati' ai nazionali: bloccati quelli di Roma, Fiorentina e Sassuolo, via libera per Lazio ed Inter
Le Asl fermano i nazionali dei club di serie A, ma a macchia di leopardo. Ed è polemica: «È una situazione iniqua che rischia di alterare le regolarità dei campionati: intervenga Spadafora, serve uniformità», lo sfogo di Beppe Marotta. La Serie A si apprestava a vivere con apprensione la pausa per gli incontri internazionali, nel timore che i giocatori in partenza verso le rispettive squadre possano diventare, al rientro, veicolo di ulteriori casi di positività al Covid. Ma la novità è il blocco imposto dalle aziende sanitarie al viaggio per chi è in bolla.
Ma non a tutti; nella Capitale, una Asl ha bloccato i 7 nazionali della Roma, un'altra avrebbe dato via libera a quelli Lazio, che pure in queste ore è nel pieno della bufera tamponi. L'ultimo caso è quello della Fiorentina: 13 giocatori non potranno rispondere alla chiamata perché l'ASL della Toscana non ha autorizzato la loro partenza per raggiungere i vari ritiri. La squadra viola, dopo la positività riscontrata a Josè Callejon nei test effettuati alla fine della scorsa settimana, è attualmente racchiusa in una 'bolla' almeno fino a domenica prossima. Il Sassuolo ha bloccato i nazionali fino a martedì, termine finale della bolla.
Stessa situazione per i quattro convocati della Roma dalla Nazionale italiana che, per ora, restano nella Capitale. Per Bryan Cristante, Lorenzo Pellegrini, Leonardo Spinazzola e Gianluca Mancini, infatti, manca il via libera della ASL dopo i casi di positività di Dzeko e Boer. Idem per l'albanese Kumbulla, l'armeno Mkhitaryan ed il brasiliano Ibanez (convocato dalla nazionale olimpica verdeoro).
Di recente l'allenatore giallorosso Paulo Fonseca si era detto «preoccupato» in vista della sosta. Ma la presa di posizione più dura è stata quella di Marotta, ad dell'Inter che vedrà partire i suoi nazionali, con voli privati come da accordi, una clausola che evita lo stop Asl. «Bisogna usare buon senso, ci sono troppi impegni», aveva detto giorni fa, invocando una riduzione degli impegni della nazionali. Oggi, è stato ancora più duro. «C'è un forte rammarico: invoco l'intervento del ministero dello sport. Questa situazione è iniqua, porta a un'alterazione della regolarità delle competizioni. È assurdo che le Asl si comportino in modo diverso da Roma 1 o Roma 2, o da Milano a Firenze. Fermo restando che ci sono i protocolli rigidi e che giustamente tutti dobbiamo rispettarli, c'è la zona d'ombra nella mancanza di centralità di questa gestione: e ogni Asl diventa centrale nella gestione dei club. Diventa ancor più di rilievo il mio allarme di qualche giorno fa, con la richiesta di ridurre gli impegni delle nazionali»
(ansa)