Il 24 novembre del 1994, in un negozio di ottica del quartiere Garbatella, dall'amore per questa maglia di mia nonna e delle sue amiche tifose, è nato il Roma Club "Donne in giallorosso", primo club della Roma esclusivamente composto da donne. Un consiglio direttivo tutto al femminile, dove ognuna ricopriva una carica che rispecchiava le proprie inclinazioni e competenze; un luogo dove madri di famiglia, nonne, ragazze, ma prima ancora donne, si sono ritrovate - in nome di una passione - a frequentare "una stanza tutta per loro".
Mia nonna ha guidato il club in trasferta per seguire la Roma in Europa o in ritiro a Predazzo per la preparazione atletica estiva; ha scardinato, nella sua quotidianità, quell’assunto di altri tempi per il quale il calcio era una cosa da uomini; per Nonna Linda, il Club e la Roma sono stati il modo per uscire dal ruolo di madre di tre figli, rimasta vedova da giovanissima, riscoprendosi autonoma e capace di realizzare qualcosa di bello; per mia nonna la Roma, oltre a essere una fede, è stato un vero e proprio riscatto.
Sono tanti gli aneddoti e i ricordi della sua vita da romanista: il sale grosso gettato in Curva Sud contro la sfortuna; le preghiere, sacre e profane, urlate davanti alla Basilica di San Pietro dal finestrino della macchina lungo il tragitto per andare verso l'Olimpico; gli stornelli romani e i cori della curva che cantava mentre salivo le scale, di ritorno da scuola; l’odore del sugo che cuoce in pentola, che si unisce al suono della radio sintonizzata sempre su una delle tante emittenti private dedicate alla Roma, e le chiamate che mia nonna faceva per discutere dell’argomento del giorno. E che terminavano sempre con un “Me se sentiva bene, nì?”. Poi è arrivato lo scudetto scucito dar petto alla Lazio nel 2001, l’unico che io e mia nonna abbiamo condiviso: conservo ancora quel pezzetto di campo dell’Olimpico che mi ha portato e sul quale avevo messo una bandierina con uno stecchino e un pezzo di carta tricolore con scritto "Roma Campione d’Italia 2000/2001". La terra ormai si è praticamente consumata ma la bandierina è ancora lì a ricordare che, come tifosi, abbiamo provato delle grandissime gioie.