Altre 30/11/2020 11:31

30 novembre 1965: nasce “Pluto” Aldair

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[...] La prima volta che ho avuto modo di ammirare il difensore brasiliano in azione coincide col suo debutto in giallorosso, è il 9 settembre del 1990, una giornata piena di sole come solo Roma può regalare, un Olimpico fresco di ristrutturazione per i recenti mondiali del 1990 discretamente gremito, e una vittoria roboante contro la del malcapitato allenatore Lazaroni. I miei occhi di ragazzo innamorato del pallone vengono riempiti soprattutto dalle prodezze di Voeller (ricordo il suo meraviglioso goal al volo sotto la curva) e dalla doppietta di Andrea Carnevale che da li a un mese verrà travolto, insieme al giovane Peruzzi, dal caso di doping “Lipopill”. [...]

“Pluto”, così lo chiamiamo a Roma, forse per il suo aspetto che ricorda il cane lungagnone della Disney, è fresco reduce da una dolorosa finale di Coppa dei Campioni persa con la sua precedente squadra, il Benfica, contro il grande Milan degli olandesi e di Arrigo Sacchi. Arriva quindi a Roma già con le credenziali del giocatore di livello internazionale, ma in pochi intuiscono che possa diventare quello che poi effettivamente diventa, ovvero un vero mostro sacro del football a livello mondiale. Leggendo le parole di due icone del romanismo come quelle del “barone” Nils Liedholm, chiamato nel 1997 a redigere l’elenco dei migliori undici calciatori dei primi settant’anni della storia romanista: “… nella Roma migliore di tutti i tempi come centrali prendo due stranieri: quello falso, Vierchowod, e quello vero: Aldair …” o quelle del mitico Giacomo Losi: “… se dovessi scegliere un difensore con cui avrei voluto giocare indicherei Aldair. Saremmo stati una gran bella coppia… “, si comincia a delineare più nitidamente la grandezza del ragazzo di Ilhéus. La leggenda addirittura narra che lui abbia scelto di giocare da difensore perchè, seppur avendo nelle corde la tecnica del centravanti, non avrebbe mai sopportato di prendere i calci da parte dei difensori.

[...] Giocatore pazzesco “Alda”, la tecnica, come detto, è quella di un centrocampista brasiliano di talento, un fisico asciutto che ancora oggi mantiene a livelli inverosimili (praticamente mostra da un ventennio la stessa età), seppur non particolarmente alto (183 cm.) è abilissimo nel gioco aereo dove risulta praticamente imbattibile. Ma la cosa che più impressiona e che lo caratterizza in maniera univoca, è quel suo atipico intercedere, non certo fulmineo, quasi dinoccolato, slombato direi, quasi come fosse perennemente scontento: in realtà una finta compassatezza compensata da un micidiale anticipo. Da tifoso, a volte, sembra che ti voglia regalare uno spavento, ti da l’impressione che non ci arrivi mai su quella palla, che sia in perenne ritardo, ma poi la sua proverbiale capacità di anticipare il movimento, non da scampo agli attaccanti avversari che vedono regolarmente disarcionata la palla dai loro piedi. Col tempo, però, ci fai l’abitudine e lo spavento passa, anzi sai che se c’è lui puoi dormire tranquillo, tra due soffici e confortevoli guanciali. Insomma, “Alda” ovunque proteggici. Rimane per anni, e per distacco, il più grande difensore centrale del mondo.

[....] L’ultima stagione alla Roma è quella del 2002/03 e il difensore brasiliano, per il quale il tempo appare cristallizzato, è ancora un atleta integro fisicamente che può giocare ad alti livelli, ed anche bene. Proprio per questo motivo l’anno successivo, visto che il rapporto contrattuale con la Roma viene risolto, arrivano diverse offerte da parte di squadre della massima serie. E qui accade un episodio che intreccia indissolubilmente la storia di “Pluto” e quella della Roma. Il brasiliano non se la sente di fare uno “sgarbo” ai giallorossi e decide incredibilmente di scendere in serie B col , piuttosto che giocare da avversario contro la “sua” Roma. Roba da innamorati insomma.

[...] Ancora oggi mi riecheggia in mente quel coro che fa “Aldair, Aldair Aldair” e credo proprio che rimarrà sempre impresso nella mia mente. [...]

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