Altre 24/07/2020 19:44
Anniversario As Roma, l'Avv. Contucci al Messaggero: "Siamo prima romani che romanisti. Siamo custodi di quei monumenti. Forse quei colori danno fastidio a qualcuno..."
In seguito alla polemica venutasi a creare dopo i festeggiamenti dei tifosi della Roma per l'anniversario del club, ha voluto dire la sua l'Avv. Lorenzo Contucci, ormai noto tifoso giallorosso che si è in diverse occasioni occupato dei torti perpetrati nei confronti dei sostenitori della Roma da parte delle istituzioni.
In questo caso l'Avv. Contucci ha voluto rivolgersi direttamente al Direttore del Messaggero, che nella giornata di ieri ha pubblicato un articolo intitolato 'Sfregio a piazza di Spagna: la Digos indaga sugli ultrà'. Di seguito la lettera aperta pubblicata dall'Avv. Contucci sul proprio profilo Facebook:
Caro Direttore del Messaggero, Massimo Martinelli,
qualcuno dovrà pur rispondere al vergognoso articolo di Lorenzo De Cicco sul Messaggero di ieri riferito al flash mob di Piazza di Spagna in occasione della celebrazione della nascita della Roma.
Non replico quale difensore d’ufficio dei ragazzi che hanno splendidamente colorato la celebre scalinata: ne hanno passate talmente tante che sono da tempo in grado di difendersi da soli.
Scrivo proprio come uno di loro e ne rivendico moralmente il gesto.
Vede, la mia fede romanista è nota.Pur senza essere giornalista, mi è capitato di scrivere qualche articolo qua e là, eppure non avrei mai accettato di scriverne uno in cui mi si fosse chiesto di commentare i festeggiamenti per la nascita della Lazio a Piazza della Libertà, cosa che ha consentito fare al De Cicco con l’articolo di ieri, da Lei persino rivendicato su Twitter con un post che ha realizzato 0 consensi.
Zero.
Noi non siamo solo romanisti. Noi siamo per prima cosa Romani. Noi adoriamo la nostra città, le sue bellezze, i suoi monumenti. Fosse per noi, Roma potrebbe avere anche solo un milione di persone, o dieci milioni, purché la amino quanto l’amiamo noi.
Mai faremmo nulla che possa, anche solo minimamente, sfregiarne i monumenti, di cui ci riteniamo moralmente custodi.
Non voglio apparire retorico, direttore.Ma noi siamo quelli che, ove mai qualcuno dovesse medievalmente assediare l’Urbe, sarebbero in prima fila a difenderla.
Di queste persone si è scritto.
Persone che si sono limitate ad adagiare sulla più bella scalinata del mondo dei rotoli di stoffa con i colori anche più belli del mondo, peraltro del gonfalone cittadino.
Il tutto senza sfilare con i tacchi delle modelle sulla nuda pietra e senza avere panini e bevande che possano lordarla.
Insomma, senza utilizzare alcunché che possa aver anche lontanamente fatto correre il rischio di deturpare quei bianchi scalini.
Persino con un sacco della spazzatura per raccogliere qualsiasi – eventuale – residuo, perché residui non ve ne sono stati: non sono stati usati artifizi pirotecnici se non, per riuscito effetto scenico, i cosiddetti “flashetti”, piccolissime luminarie che vanno ad intermittenza senza lasciare traccia e dei piccoli ed innocui fumogeni gialli e rossi.
Beh, sì, sono colori che danno fastidio.
Le immagini – il Suo quotidiano e qualche ridicolo blog radical chic a parte – hanno fatto il giro del mondo e sono state celebrate per la loro bellezza inaspettata: qualcuno lo facesse sapere anche alla Sopraintendente sapientemente sobillata che, probabilmente, parla di cose che non sa, che non ha visto e che le sono state mal riportate.
Ed allora, insegni a chi ha scritto – e ne prenda nota anche Lei, visto che in un altro articolo si enfatizza l’intervento della Digos per questa (di questi tempi mi passi il termine) stronzata - che secondo la Suprema Corte non è necessario ottenere permessi dal Comune o dal Questore per organizzare un flash mob, purché l’attività svolta sia lecita e non ci sia scopo di lucro.
Nel salutarla, concludo dicendole che i ragazzi giallorossi, non solo a Piazza di Spagna ma anche al Colosseo, a Don Bosco e in molti altri NOSTRI luoghi di vita hanno arricchito la notte di Roma, sfregiata – questo sì – dal Suo giornale.
Distinti saluti.